Audre Lorde: quando una nera, lesbica, madre e malata di cancro è una guerriera

Un’amazzone dell’epoca moderna, una delle poche donne in grado di rappresentare ogni donna e uomo divers* di ogni latitudine. Oggi si parla di Audre Lorde.

Infanzia

Audre Lorde nasce il 18 febbraio 1934 ad Harlem, New York. Il suo nome completo è Audrey Geraldine Lorde ed è l’ultima delle tre figlie femmine di Linda Gertrude Belmar e Frederick Byron Lorde, di origine caraibica.

I suoi genitori, giunti negli Stati Uniti negli anni ‘20, lavorano alacremente per conquistare il sogno americano trasmettendo alle figlie l’etica del lavoro e l’ambizione per un futuro migliore. A queste, non di rado, si mischiano frustrazione e rabbia provate da molti immigrati tentando di inserirsi in una società ancora fortemente razzista.

In tale contesto familiare e sociale, fin da piccola Audre manifesta una personalità sensibile ma forte, prendendo presto coscienza della dimensione da outsider che caratterizzerà per sempre la sua vita.

Formazione e la scoperta dell’amore

Audre frequenta le scuole parrocchiali di Harlem diplomandosi nel 1951 alla Hunter High School. Successivamente si iscrive allo Hunter College.

Si avvicina all’amore per la prima volta a 13 anni: si tratta di un amore platonico provato per una ragazza, Geneviève, finito tragicamente quando quest’ultima si toglie la vita qualche anno dopo.

L’ingresso all’università segna per Audre anche la scoperta della sessualità. Nel 1952, quando ha 18 anni e si trova in Connecticut, conosce Ginger.

A seguito di un soggiorno in Messico e di anni di difficoltà economiche, Audre rallenta i propri studi, laureandosi solo nel 1959, con due anni di ritardo. Subito dopo inizia il master in Amministrazione Libraria alla Columbia University, lavorando contemporaneamente per mantenersi agli studi.

Poco dopo aver terminato il master, trova lavoro come bibliotecaria all’interno del sistema pubblico delle biblioteche di New York.

La comprensione di sé e l’amore per la poesia

Nonostante la consapevolezza dell’amore per le ragazze, Audre non conosce la parola “lesbica” che entra nel suo vocabolario solo quando incontra la giornalista Eudora Garrett, che riferendosi a sé stessa si definisce così.

Audre Lorde inizia a scrivere poesie fin dalla tenera età, spinta dalla necessità di colmare un vuoto: le poesie che già scritte non le bastano più, ha bisogno di nuovi versi, a sua misura, in grado di raccontare le sue emozioni. Audre di fatto non inizia a scrivere poesie, ma a parlare a se stessa per mezzo della poesia.

L’impegno politico

In qualità di donna colta, sensibile, lesbica, nera ed immigrata, l’impegno politico per i diritti civili di tutte le persone fuori dai canoni alto-biondo- maschio-prolifico, viene presto da sé.

L’impegno letterario e quello politico infatti, si sviluppano di pari passo perché per Audre, scrivere vuol dire parlare con chi è come lei, diverso come lei: per Audre Lorde cambiare il mondo significa sconfiggere la solitudine e l’isolamento degli outsider come lei.

La sperimentazione di sé e il matrimonio

Pur essendosi dichiarata apertamente lesbica già dall’adolescenza, nel 1962, a 28 anni sceglie di sposare Edwin Rollins, un uomo bianco laureato in legge e gay.

Nonostante entrambi non rinuncino alla loro sessualità, dal loro matrimonio nascono i due figli Elisabeth e Jonathan.

1968: The First Cities e lo sbocciare di Audre

Quando Audre ha 34 anni, nel 1968, viene pubblicata la sua prima raccolta di poesie, The First Cities, in cui affronta temi quali la giustizia sociale e razziale, e la sessualità.

A questo importante momento professionale, ne segue uno di trasformazione personale: scopre la vocazione per l’insegnamento che la porterà al City College e allo Hunter College di New York, e vive la separazione dal marito a cui seguirà la scelta di convivere e crescere i suoi figli insieme ad una donna. Da questo momento, inoltre, Audre sceglie definitivamente di essere un’attivista nei movimenti femminista e nero.

1974: il viaggio ispirativo in Africa

Nel 1974, a 40 anni, Audre sceglie di compiere un viaggio in Africa alla ricerca di miti e leggende di dee e amazzoni nere, che diventeranno oggetto della sua scrittura e della sua immagine pubblica: si tratta di una rivelazione intellettuale e poetica che le consente di rappresentare quel genere femminile nero e potente, che riconosce dentro di sé e a cui intende dare voce ma che fino a quel momento nessuno ha mai considerato rilevante.

1977: la battaglia contro il cancro segna per sempre la sua vita

È il 1977 quando Audre comincia la battaglia contro il cancro al seno che porterà avanti per il resto della sua vita.

La malattia, da comprensibile momento di crisi, si rivela un carburante di immensa forza psicologica, che spinge Audre – consapevole di non poter vivere in eterno – a vivere ogni giorno con estrema intensità, accelerandone produzione intellettuale e letteraria. Da questo momento fino alla sua morte, Audre inizia un momento di lavoro intensissimo scrivendo poesia e prosa dando corpo ad un sempre più chiaro impegno politico nei confronti di neri, donne e comunità LGBTQ.

L’intensa produzione letteraria

Tra i vari scritti, nel 1978 pubblica The Black Unicorn in cui esplora il patrimonio culturale africano. Nel 1980 è la volta di The Cancer Journal, in cui documenta la sua malattia e il dramma della mastectomia che stravolge l’immagine del suo corpo. Nel 1982 è la volta di Zami: A New Spelling of My Name; il nome Zami, originario di un’isola delle Piccole Antille, luogo di nascita della madre, rappresenta la solidarietà tra le donne di Grenada, molte delle quali, rimaste sole dopo la partenza dei mariti alla ricerca di un lavoro, lavorando e vivendo insieme diventarono amiche e in alcuni casi amanti.

Gli ultimi anni

Nel 1989, pubblica In Burst of Light, una premiata collezione di saggi, in cui descrive la sua ultima battaglia contro il cancro, ormai esteso al fegato. A questo punto, stanca dopo più di 10 anni di cure, decide di non sottoporsi più a trattamenti chirurgici e di iniziare una terapia alternativa

Nel 1991 è nominata Poeta Laureato della Città di New York e termina il suo decimo libro di poesie, The Marvelous Arithmetics of Distance.

Audre si spegne a soli 58 anni, il 17 novembre 1992, dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita sull’isola di Saint Croix, nell’arcipelago delle Isole Vergini americane, insieme alla compagna Gloria I. Joseph, a sua volta scrittrice e accademica femminista nera.

L’eredità intellettuale di Audre Lorde

La vita di Audre non è certamente stata una passeggiata, nonostante questo l’immagine che ha sempre tenuto a mostrare di sé non è mai stata quella della vittima, ma piuttosto, in linea con le proprie ricerche femministe, quella di una guerriera.

Audre si è spesso descritta come una donna dotata di un forte senso di giustizia e di coraggio, capace di una profonda autoanalisi e di empatia, dalla personalità tanto ribelle quanto votata alla sperimentazione.

Come scrittrice, insegnante – educatrice e attivista, il suo impegno è sempre stato focalizzato sul dare visibilità alle donne nere in campo nazionale e internazionale.

È stata cofondatrice della casa editrice Kitchen Table: Women of Color Press, che si propone di pubblicare testi di donne Asiatico Americane, Latino Americane, e Afro Americane. Si è occupata dell’apartheid delle donne in Sudafrica, e ha fondato l’Organizzazione Sisterhood in Support of Sisters in South Africa, partecipando alla conferenza National Coalition of Black Lesbians and Gays.

L’eredità intellettuale di Audre Lorde si incarna nella capacità di travalicare la linea di confine tra movimenti antirazziali, femministi e omosessuali, precedendo di decenni le tematiche intersezionali, non disdegnando l’ancora embrionale discorso ambientalista.

A presto,

Giancarla.

Fonti: Enciclopedia delle donne; il post; Treccani; Wikipedia; Wired.

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