Trama: un ciclo di documentari che, in meno di mezz’ora, affronta alcuni degli eventi di storia contemporanea più significativi. Tra questi la diffuisone dell’HIV e dell’AIDS, la corsa allo Spazio, il nucleare e il femminismo.
Anno: 2020 Paese: Usa
Titolo originale: History 101
Durata: 22min Episodi: 10
Genere: documentario Voto: 4/5
Ho scoperto questa ciclo di documentari per caso, trovandolo in tendenza fra i più visti. Si tratta di un ciclo di 10 puntate molto interessanti che, in pochi minuti, spiega accuratamente un avvenimento storico o una scoperta scientifica.
Presentando ogni argomento attraverso fonti ricercate ed il metodo grafico che permette di capire la portata di un evento in modo chiaro, semplificato e coinvolgente, ho avuto la possibilità non solo di conoscere meglio fenomeni come la diffusione del HIV, ma anche di rendermi conto di quanto il punto di vista usato e la rilevanza data a certi dettagli piuttosto che altri possano influenzare l’impressione che si ha rispetto ad un evento.
Il punto di vista statunitense
Un dettaglio su tutti, forse perché una produzione americana, è che tutto viene raccontato come se lo spettatore fosse sempre e solo americano.
Non si tratta di una produzione filo americana, ossia che tesse le lodi degli Stati Uniti, semplicemente ogni dinamica è raccontata usando gli Stati Uniti come termine di paragone, sia nel bene che nel male. Per esempio, una puntata è dedicata al femminismo ma, con lo scorrere dei minuti si capisce che il tema non sia il femminismo nel mondo, bensì il femminismo negli Stati Uniti citando a malapena Inghilterra o Nuova Zelanda, vere patrie della lotta femminista.
Tutto questo, il vedere diversi episodi in una stessa serata cogliendo il trend americano del racconto, mi ha dato molto da pensare in quanto mi sono resa conto che se ad alcuni contenuti si fosse approcciato qualcuno ignorante in materia, avrebbe dato per scontato che la condizione della donna fosse ovunque o quasi come quella americana, cosa che così non è poiché nel mondo ci sono differenze abissali.
Sulla base anche di questo, ho portato avanti una serie di riflessioni pedagogiche che ho sviscerato qui.
Un chiaro esempio di eduinfoteinement
Nonostante questo, devo dire che gli argomenti in questione vengono trattati veramente bene e, se non se ne è totalmente digiuni, sono un ottimo approfondimento pieno di curiosità e contenuti che comunemente non vengono raccontati né facilmente trovati.
Dunque, sebbene da tenere a mente il chiaro punto di vista americano, Storia contemporanea in pillole per la sua precisione mista a concentrazione dei contenuti in pochi minuti, è certamente un bel prodotto offerto da Netflix, un chiaro esempio di eduinfoteinement, ovvero una perfetta commistione di intrattenimento, educazione ed informazione. Ottimo per progetti educativi con gli adolescenti.
A presto,
Giancarla.
3 risposte a “La storia contemporanea in pillole”
Sinceramente credo che l’ eduinfoteinement sia una questione, come d’altronde indica la parte finale del termine, di “intrattenimento” seppure con contenuti storici (non conosco il programma in questione, ma parlo in generale del format). Il problema è che questi programmi sarebbero una buona idea per avvicinare il pubblico a certe tematiche, ma solo ed esclusivamente per attirarne l’attenzione e spingerne la curiosità. Purtroppo, però, sono dei veri e propri sostituti della storia, intesa proprio come scienza, che alla fine danno informazioni sommarie su argomenti che richiederebbero una vera e propria cultura personale di studio e ricerca. Credo che invece tali programmi allontanino da qualsiasi approfondimento, appiattendo la cultura sui luoghi comuni.
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Il ciclo di documentari in questione l’ho trovato interessante proprio perché va fuori dalle solite notizie approfondendo alcuni dettagli che normalmente a scuola non si fanno. Al di là di questo però non penso che l’eduinfotainment si possa generalizzare perché dipende molto dal singolo prodotto, come in questo caso. Penso anche che la responsabilità riguardo a come questi strumenti vengono utilizzati e percepiti dal pubblico, rimanga sempre agli insegnanti che dovrebbero riuscire a far appassionare al punto che si prenda questi documentari per quello che sono. Chi li sostituisce alla storia è perché a scuola non ha trovato null’altro di appassionante. Il che è molto triste oltre che fonte di riflessione in quanto ipoteticamente non è colpa del documentario che si sostituisce allo studio della storia ma di chi dovrebbe far studiare la storia ma non riesce a farlo facendosi sostituire dal documentario.
Grazie Francesco per il tuo commento molto interessante!!
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Grazie a te per la tua risposta! Queste sono discussioni che, purtroppo o per fortuna, non sono risolvibili su internet e di cui c’è sempre bisogno di parlare a quattrocchi. Grazie a te di nuovo.
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