Trama: Pervin è una giovane donna svedese di origini turche che insieme a suo marito ha deciso di lasciare Stoccolma per trasferirsi a Raqqa, la capitale dello Stato Islamico, convinta di iniziare una nuova e più favorevole vita. Presto si è accorta che così non sarebbe stato, iniziando a desiderare di fuggire. Per un caso fortuito, riesce a mettersi in contatto con l’analista Intelligence Eva che, in cambio di informazioni, le promette di aiutarla a tornare a casa.
Anno: 2020 Paese: Svezia
Titolo originale: Kalifat
Durata: 45-50 min Episodi: 8
Genere: teen drama Voto: 4.5/5
Califfato è una serie tv che tutti dovremmo vedere e che non mi spiego come non abbia avuto il clamore che meritava. Mi auguro possa presto recuperare e vederla comparire nella classifica dei 10 più visti.
Fatti inventati in un contesto fin troppo reale
Sulla base del fenomeno dei foreign fighters ed in particolare dell’indottrinamento di giovanissimi e giovanissime insospettabili cittadini occidentali spinti poi a combattere per la causa integralista, seguiamo la ricostruzione di come i miliziani del Daesh organizzino i loro attentati e reclutino nuove leve fino a spingerle a lasciare le loro famiglie per trasferirsi in Medio Oriente.
Mostrandoci la vita dei combattenti dell’Isis, non si può non fare riferimento alla vita nell’autoproclamato Stato Islamico, con capitale Raqqa fino al 2017, raccontandone vita e organizzazione sociale dando particolare attenzione alla figura della donna.
La condizione della donna
Così conosciamo Pervin, reale protagonista della serie, vedendone il rapporto con l’analista di Intelligence Fatima/Eva e l’intrecciarsi della sua vita con quella dell’assistente sociale Dolores e delle giovani Sulle e Kerima, due ragazze difficili figlie di famiglie emigrate in Svezia che faticano a trovare la loro posizione nel mondo.
Uno sguardo totalmente al femminile su una realtà che impone alla donna di nascondere i propri occhi ma che evidentemente non riesce ad imporle di non vedere, non raccontare e non cercare di combattere un mondo che la vorrebbe solo merce di scambio tra gli uomini.
Coraggio e forza
E proprio quando si vorrebbe che il sesso debole fosse coerente con il proprio appellativo, troviamo donne che, portate allo stremo, esprimono una forza fisica e mentale sovrumana salvando il destino dei propri figli, del proprio marito, di altre donne e di un’intera Nazione.
Una serie tv non forte, di più, cruda e violenta, sebbene ci risparmi scene che violino esplicitamente la dignità femminile, ma che chiaramente ci lascia intendere la difficoltà vissuta dalle donne in un contesto come è quello dell’Isis.
Vietata ai minori di 18 anni, Califfato è denuncia e riflessione
É un faro su una realtà che spesso sentiamo fin troppo lontana ricordandoci che non solo bastano poche ore di aereo affinché questa ci raggiunga, ma che, avendo libera voce, abbiamo tutti, e soprattutto tutte, il dovere morale di dare eco alle richieste d’aiuto provenienti da quei territori sebbene ad oggi l’Isis si definisca indebolito e alcune di quelle donne si siano dimostrate ingenue se non addirittura stupide nel seguire concezioni folli e fuori da qualsiasi visione religiosa esistente. Del resto sono le uniche persone che come Pervin sanno davvero cosa sia l’integralismo, come si sviluppi e, forse, come si combatta.
Non siamo tutti analisti di Intelligence come Fatima, ma questo non esclude che non ci si possa informare, leggere, studiare e fare in modo che certi argomenti non cadano nel dimenticatoio ma siano affrontati e sviscerati a favore delle nuove generazioni che meritano di essere istruite e preparate anche, in special modo sui fenomeni sociali contemporanei. Guardare Califfato non sarà di certo sufficiente, ma comunque un buon inizio.
A presto,
Giancarla.