La Casa di Carta – parte 4

Trama: Asserragliati nella Banca di Spagna, i rapinatori più noti del mondo devono affrontare il grave ferimento di Nairobi mentre l’intero gruppo è in forte crisi: tra tutti Rio è traumatizzato dopo le torture subite nel deserto, e il professore, in fuga da solo ed in balia della polizia sulle sue tracce, è convinto della morte di Lisbona. Da un momento all’altro l’intero piano potrebbe andare in frantumi.

Anno: 2020   Paese: Spagna
Titolo originale: La Casa de Papel   Durata: 40min
Episodi: 8   Genere: Thriller-poliziesco   Voto: 5/5

La casa de papel, signori miei, è tornata! Dopo una terza parte giù di tono, scontata e forzata, la quarta parte ci ha ricordato finalmente perché ci siamo tanto innamorati di lei.

Il grande ritorno

Ritmi incalzanti ed il ritorno dei nostri protagonisti con tutte le loro caratteristiche distintive per una dose potente di adrenalina che, nei giorni casalinghi di questo aprile 2020, ci voleva proprio.

È l’adrenalina infatti la principale sensazione che ci provocano le nuove puntate, soprattutto con un professore in splendida forma. Questo, con la sua solita lucidità al limite del patologico, continua incredibilmente a prevedere, notare e coordinare ogni dettaglio che noi, ovviamente, non saremmo minimamente in grado di prendere in considerazione, stupendoci ed incollandoci ancora una volta allo schermo.

La paura che attanagliava noi fan era il vedere una trama portata avanti a forza, soprattutto dopo la perdita di genuinità della terza parte. E invece no, con un’omogenea presenza dei nuovi personaggi introdotti nelle terza parte, che finalmente si distinguono per identità e determinazione nella riuscita del piano, troviamo un bel gruppo di “città” che danno lo slancio necessario a raccontare la pazza storia del gruppo di rapinatori spagnoli che ora più che mai, non ha nulla da perdere.

Berlino e Nairobi: un posto speciale nel cuore dei fan

Sulla cresta de l’onda, oltre al professore, troviamo ancora il fantasma di Berlino che, più di molti suoi colleghi viventi, segna i nostri cuori. Con lui troviamo anche Palermo, in un perenne rapporto tra amore ed odio con lo spettatore.

In versione più sentimentale ritroviamo anche Denver e Rio mentre, seppur pregnante ma meno presente, è la figura di Tokio, costretta ad un sequestro per buona parte della stagione. E poi Nairobi, il fiore all’occhiello di questa quarta parte che, ne sono certa, tutti abbiamo amato. E pianto.

Più defilato il personaggio di Stoccolma, la cui utilità ai fini della storia, ancora non appare ben chiara, mentre, in vista di una sicura parte quinta, molto potranno offrirci Helsinki, Bogotà e Lisbona, tutti e tre limitati nell’agire da dinamiche personali ma che, se lasciati sfogare per bene, hanno dimostrato grande potenziale.

La quinta parte con Sierra

Dal racconto è evidente che ci sarà una quinta parte, soprattutto perché ancora una volta il finale di stagione si chiude sul più bello, con un’ispettrice Sierra sulla cresta dell’onda.

Proprio Sierra, accanto ad un inaspettato protagonismo del Capo della sicurezza Gandìa, detta oggettivamente i ritmi di questa quarta parte, tenendo in pugno i nostri rapinatori al punto di farli dubitare fortemente di se stessi.

Sierra e Gandìa sono tra i personaggi sicuramente più odiati e, proprio per questo, meglio interpretatati. Soprattutto l’ispettrice Alicia Sierra alias Najwa Nimri che, ascoltata in spagnolo, è un vero gioiello della recitazione notandone l’abilità nella gestione della voce: attrice stupenda per la quale, insieme a Nairobi alias Alba Flores, potrei decidere di iniziare a seguire Vis a Vis.

Dunque ancora dubbi sul guardare o meno l’apripista del successo della serialità spagnola definito da buona parte del pubblico un vero e proprio capolavoro?

A presto,

Giancarla.

2 risposte a “La Casa di Carta – parte 4”

  1. Infatti, la quarta parte è spettacolare. Concordo. L’ho appena finita di vedere un paio di giorni fa e non riuscivo più a smettere di vedere una puntata dopo l’altra. Ottima recitazione, sempre al top, bei personaggi, cattivi davvero spietati. Un finale da: “nooooooooooo! E ora?”

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