Una persona che merita tutta la nostra stima è sicuramente Alessandro (Alex) Zanardi. Non “solo” perché è stato in grado di reinventarsi come atleta vincente dopo un tremendo incidente di Formula Cart ma perché, anche prima di quel fatidico 2001, ha sempre sgomitato con coraggio e costanza per ottenere i propri successi e, dopo il fatidico incidente del 2001, è riuscito a trovare la via affinché lui stesso, fisicamente e psicologicamente, potesse risorgere a nuova vita.
Inoltre oggi, nei giorni di quarantena dovuti al Coronavirus, non manca di impegnarsi in iniziative volte ad infondere speranza e determinazione nella collettività.
Per questi motivi, la storia di resilienza che di seguito vi presenterò è quella di Alex Zanardi.
Infanzia
Alessandro Zanardi, noto come Alex, nasce il 23 ottobre 1966 a Bologna, dalla mamma sarta Anna e dal papà idraulico Dino. Prima di lui nasce la sorella Cristina.
In tenera età con tutta la famiglia si trasferisce a Castel Maggiore, cittadina nei pressi di Bologna dove, crescendo, si appassiona ai motori e alla Formula Uno, interesse fortemente osteggiato dall famiglia, soprattutto quando la sorella Cristina, giovanissima, nel 1979 perde la vita in un incidente d’auto.
Alessandro ha solo 13 anni, eppure la sua passione per le auto non si placa. Nel frattempo studia e, a metà anni ’80, si diploma come geometra.
L’ingresso nel mondo dei motori: il kart
Alex ha 14 anni quando papà Dario gli regala un Kart con il quale inizia a correre insieme agli amici, esordendo in una gara nel 1980 a Vado.
Continuando ad affinare la sua tecnica di guida, è il 1982 quando, ottenuti i primi risultati significativi conquistandosi il soprannome di “Parigino”, assistito solo dal babbo che gli fa da meccanico, si iscrive al campionato nazionale di kart per la categoria 100cc.

Si classifica 3° ottenendo la sponsorizzazione di un’azienda produttrice di pneumatici per kart, che gli permette di salire alla categoria 100 Super e accedere alle prime gare di livello internazionale.
Dopo un paio di anni di assestamento tra il 1983 e il 1984, nel 1985, correndo come pilota per il team di Achille Parrilla, riesce a conquistare il titolo italiano, imponendosi anche al Gran Premio di Hong Kong, che vince anche nel 1988 riconfermandosi nel frattempo campione italiano e campione europeo nella categoria 135cc. nel 1987.

L’automobilismo
É il 1988 quando, forte dei successi nel mondo dei kart, Alex Zanardi debutta nella F3 italiana, con una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini. Il salto di qualità, tuttavia, non è facile.
Alex fa fatica ad adeguarsi alle nuove vetture e vive una prima stagione piuttosto deludente non riuscendo mai ad andare oltre il 5° posto. L’anno seguente cambia squadra ottenendo le prime soddisfazioni, ma nonostante una bella pole position nella gara inaugurale di Vallelunga, la prima vittoria l’avrà solo nel 1990.
Il 1990 è un anno importante per Alex, non solo vince le prime gare sfiorando la vittoria del titolo italiano aggiudicandosi la Coppa Europa in prova unica a Le Mans, ma conosce anche Daniela, colei che diventerà sua moglie e darà alla luce il figlio Niccolò.
Nel 1991 passa alla formula 3000 ma, nonostante il buon esordio di stagione, non conquista il titolo italiano venendo comunque premiato da Autosprint alla cerimonia dei “Caschi d’oro” come miglior pilota italiano dell’anno avendo l’occasione di testare per la prima volta una vettura di Formula 1, mettendosi alla guida di una Footwork Arrows.
La Formula 1
Le prestazioni di Alex si fanno ormai notare per questo, nel 1991, riceve i primi contatti dalla Formula 1. Ad interessarsi a lui sono il Team Jordan ed il Team Benetton, entrambi impelagati tra loro in un intricato passaggio di pilota con Michael Schumacher, re indiscusso della Formula 1 di quegli anni.
Il debutto di Alex in Formula 1 avviene nel 1991 con la scuderia Jordan, al Gran Premio di Spagna, sostituendo il collega Roberto Moreno.

Pur non avendo potuto eseguire alcun test preliminare, Alex in gara ottiene il 9° posto, replicando il risultato della gara d’esordio in Australia nonostante la corsa interrotta per pioggia dopo pochi giri.
1992-1994: la fatica di inserirsi e l’incarico di collaudatore per la Benetton
Nel biennio 1992-1994, Alex Zanardi è già noto, ma le difficoltà finanziarie di alcune scuderie e gli alti livelli di competizione (e bravura) tra piloti, non gli permettono ancora di raggiungere le soddisfazioni sperate con il salto in Formula 1.
Dalla Jordan, nel 1992 passa alla scuderia di Ken Tyrell, per poi passare velocemente alla Betton con il compito di svolgere test aerodinamici per la vettura da corsa.
A metà stagione, a seguito di un infortunio del pilota Fittipaldi, dalla scuderia Minardi ottiene la possibilità di gareggiare in tre gare, ma la scarsa forma fisica di Alex mista alla difficoltà nel guidare una nuova macchina, fanno si che il suo esordio sia disastroso: manca la qualificazione sia in Gran Bretagna che in Ungheria mentre in Germania è costretto al ritiro per la rottura del cambio.
Superate le tre gare disastrose torna in Benetton a fare i collaudi.
Nel 1993 ottiene un nuovo e vantaggioso contratto triennale dalla scuderia Lotus grazie agli ottimi tempi ottenuti in una simulazione di gara a Le Castellet, superando anche la prestazione di Micheal Schumacher, ma nonostante questo, il successo sperato ancora fatica ad arrivare funestato da vittorie altalenanti, infortuni e ritiri.

Nello stesso anno inoltre è vittima di un brutto incidente fuori dai circuiti, infatti, mentre è in bicicletta, viene investito a Bologna. A questo segue un pazzesco incidente a oltre 240 km orari al Gran Premio di Belgio che, per la notevole forza che si scarica sulla schiena, fa diventare Alezx più alto di 3 cm.
L’accaduto conduce la Lotus a sostituire Alex con il portoghese Pedro Lamy, lasciandolo privo di contratto per la stagione successiva, se non per quello di collaudatore della Benetton.
Nel 1994, Lamy vive un grave infortunio a Silverstone, motivo per cui Alex, a 28 anni, è nuovamente promosso alla Lotus come pilota titolare. Tuttavia la macchina non è al livello di quelle delle altre scuderie e la stessa Lotus ha non poche difficoltà economiche perciò, dopo aver sostituito nuovamente Zanardi con un pilota belga, si ritira completamente dalla Formula 1 lasciando del tutto Alex senza volante.
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1995-1996: l’assenza dalle competizioni di Formula 1 e la rinascita in Formula Cart
Rimasto senza ingaggio, Alex lavora come l’istruttore nella scuola di guida sicura dell’ex pilota Siegfried Stohr e nel frattempo cerca contatti nelle formule minori per provare a rientrare in gara.
Dopo lunghe attese e test drive, a fine stagione 1995, Alex firma un contratto in Formula Cart con Chip Ganassi valido per i tre anni. Qui il pilota riesce finalmente ad ambientarsi e ad ottenne tempi veloci e ottime posizioni.
Alex chiude la stagione 1996 al 3° posto e vince il titolo di Rookie of the Year, come miglior debuttante, conquistandosi anche il soprannome di Pineapple per la sua insistenza nell’analizzare l’assetto dell’auto per cercare correzioni e miglioramenti, eredità della sua eseperineza da collaudatore.
1997-1999: il grande successo in Formula Cart ed il rientro disastroso in Formula 1
Tra il 1997 e il 1998 Alex Zanardi vive finalmente un vero momento d’oro riuscendo ad inanellare vittorie su vittorie e a conquistare il titolo di campione di Formula Cart.

Questo lo conduce nuovamente all’attenzione della Formula 1: contattato da diverse scuderie, nel settembre 1998 ufficializza il contratto con la Williams per la stagione 1999.
Il rientro nella formula maggiore ancora una volta si rivela traumatico, con Alex che non riesce a gestire adeguatamente l’auto. A seguito di un susseguirsi di guasti, ritiri ed errori tecnici, Alex si demoralizza concludendo la stagione nell’ombra e con zero punti. Pilota e scuderia rescindono il contratto e Alex è nuovamente senza volante per la stagione successiva.
Il ritorno alla Formula Cart
Più demotivato che mai, Alex Zanardi si allontana per qualche mese dall’automobilismo.
È il luglio 2000 quando vola negli Stati Uniti per sostenere dei test con il team di Mo Nunn, suo amico e ingegnere all’epoca dei titoli conquistati in Cart e ora proprietario di una scuderia, che lo ingaggia per la stagione 2001.
Nonostante l’inizio di stagione ancora una volta non facile, Alex si presenta carico alla gara del 15 settembre 2001 a Lausitzring, in Germania.
Il grave incidente
Qualifiche non disputate a seguito di un forte acquazzone e griglia definita sulla base della classifica generale, Alex parte 21° ma riesce a recuperare posizione dopo posizione, arrivando al primo posto.
A 13 giri dalla fine, dopo l’ultima sosta ai box, improvvisamente perde il controllo dell’auto per la presenza di una perdita di olio e acqua.
L’auto va in testacoda attraversando tutta la pista ed intercettando il passaggio a tutta velocità dei piloti Patrick Carpentier e Alex Tagliani. Il primo riesce a schivare l’auto di Alex, il secondo no.
L’automobile di Tagliani prende in pieno quella di Alex all’altezza del muso, lì dove normalmente il pilota inserisce le gambe. L’impatto è violentissimo e l’automobile di Alex Zanardi si divide esattamente in due.

Raggiunto immediatamente dai soccorsi, Alex appare in condizioni disperate: in preda ad un gravissima emorragia, l’impatto tra le due automobili gli ha causato l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori. Con circa un litro di sangue in corpo (un uomo adulto ne ha normalmente 5) talmente grave da ricevere immediatamente l’estrema unzione, viene caricato in elicottero e portato all’ospedale di Berlino.

Rimane in coma farmacologico per quattro giorni e nel frattempo è sottoposto a un’importante operazione a ciò che rimane delle sue gambe. Rimane in ospedale per circa 6 settimane venendo sottoposto in tutto a ben 15 operazioni, superate le quali inizia per lui un lungo, lunghissimo momento di riabilitazione.
La rinascita della fenice…
E’ inutile dire quanto l’incidente in Germania possa aver segnato la vita di quest’uomo che già prima ha faticato non poco per portare avanti le sue passioni.
Aiutato da Claudio Costa, medico del moto mondiale, Alex recupera fisicamente e inizia ad approcciarsi alla vita con le protesi per gli arti inferiori. Nel dicembre 2001 si presenta alla premiazione dei Caschi d’oro decidendo di alzarsi dalla sedia a rotelle, emozionando il pubblico presente.

… scoprendo di essere più forte di prima.
L’amore per i motori non ha mai abbandonato Alex, tant’è che già nel 2003, con un’auto per lui modificata, torna a correre proprio nella pista del suo incidente, finendo i famosi 13 giri mancanti e successivamente, nel 2005, anche a gareggiare.
Proprio nel 2005, infatti, a bordo di una BMW 320si WTCC del team Italy-Spain, si aggiudica la seconda gara del Gran Premio di Germania, conquistando nello stesso anno il Campionato Italiano Superturismo. Sempre nel 2005 vince la prima manche del Campionato Europeo Superturismo pur non aggiudicandosi il titolo. Nel 2006 partecipa di nuovo al Campionato Italiano Superturismo e al Campionato Mondiale. Negli anni a seguire continua a gareggiare, dimostrando una forza ed una vitalità nuove, diventando anche oggetto di studio per l’incredibile ripresa fisica e psicologica che lo vedono protagonista.

In questi anni infatti, seppur affascinato ancora molto dal mondo dei motori, la sua attività non si limita più a quello, ma continua ad allenare il suo corpo come non mai, spingendosi sempre oltre nuovi limiti.
Inizia ad usare le protesi al meglio e torna a correre, ma soprattutto, consapevole della propria nuova condizione fisica, si guarda intorno ed inizia ad avvicinarsi agli sport paralimpici.
La nuova vita con l’handbike…
E’ proprio grazie alla forza di continuare a cercare e alla voglia di sperimentare che Alex Zanardi scopre la handbike, una disciplina vicina al ciclismo dove l’atleta, invece che pedalare con le gambe, si serve delle braccia. E Alex, non solo inizia ad allenarsi, ma si trasforma in un campione!
Nel 2011 si presenta alla Maratona di New York per atleti paralimpici e già l’anno successivo, nel 2012, partecipa alle Paralimpiadi di Londra vincendo due ori e un argento, per poi replicare alle Paralimpiadi di Rio 2016.

Sarà finita qui, direte voi?
Assolutamente no! Non contento, tra le due Olimpiadi Alex si avvicina anche al Triathlon Ironman delle Hawaii del 2014, chiudendo il percorso in meno di 10 ore, mentre, ai mondiali di paraciclismo del 2015, in Svizzera, sale sul primo gradino del podio in tutte le gare a cui partecipa: crono, prova in linea e staffetta. Tra il 2013 ed il 2019, su 24 gare, ai mondiali di paraciclismo si aggiudica 12 ori, 5 argenti e 1 bronzo.
… e non solo.
In questi anni, soprattutto dopo il 2010, si assiste ad una vera rinascita di Alex Zanardi. Oltre ai successi in campo sportivo, si aggiunge l’impegno come personalità di spicco per il mondo sportivo e sociale, sia a livello nazionale che internazionale: offre il proprio volto per molte campagne di sensibilità sociale, scrive libri raccontando di sé, si impegna in televisione e devolve un’infinità di denaro in beneficenza e ricerca scientifica.

Questo gli vale per diversi anni consecutivi l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma anche il Collare d’oro al merito sportivo e diverse Medaglie al valore atletico unite ad ulteriori riconoscimenti internazionali. Insomma la grandezza di quest’uomo è ormai giustamente riconosciuta a tutto tondo.
Alex Zanardi ed il suo impegno sociale contro il Coronavirus
Nei giorni del Coronavirus, un personaggio come Alex, vista la reazione a tratti disperata di alcune persone, non poteva rimanere con le mani in mano. E infatti, eccolo lanciare un messaggio dal sito ufficiale della BMW per la quale, negli anni, è diventato testimonial:
Dando concretezza alla sua tesi, si riprende in casa mentre si allena:
E candidamente, quando in un’intervista a Radio24 gli chiedono se non fosse una tragedia il dover rimandare le Olipiandi di Tokyo 2020 alle quali lui stesso avrebbe dovuto partecipare, afferma:
Lasciatemi passare la battuta: è una notizia che mi taglia le gambe. La scopro con un po’ di rammarico […] l’anno prossimo sarà ancora più complicato per me alla soglia dei 54 anni, ma non credete che non ci stia già pensando. Per me ogni mese può fare la differenza. Ero già matematicamente a Tokyo 2020, ora si rimette tutto in discussione. Ma chi se ne frega. Ho intenzione di farmi trovare pronto. […] Ho in testa il triathlon, finale mondiale Ironman. Ci sono mille cose da fare, una dovrò pur farla.
Aggiornamento Giugno 2020: un nuovo tragico incidente
Il 19 giugno 2020, durante una staffetta di beneficenza in handbike proprio a sostegno della lotta contro il Coronavirus, Alex rimane coinvolto in un nuovo tragico incidente. Sulla SS146 a Pienza, in Toscana, perde il controllo del mezzo scontrandosi contro un camion.
Sottoposto ad un delicato intervento neurochirurgico e maxillo-facciale al policlinico le Scotte di Siena, rimane in gravi condizioni in terapia intensiva e con prognosi riservata. Dopo ulteriori tre operazioni, il 21 luglio viene trasferito in un centro specializzato di Lecco per avviare la riabilitazione, tuttavia, il 24 luglio, a seguito di alcune complicazioni, viene trasferito nuovamente in terapia intensiva ma all’Ospedale San Raffaele di Milano.
Nell’agosto 2020, Alex è in coma farmacologico dal giorno dell’incidente per limitare i danni neurologici ed i medici rimangono cauti nella speranza che possa presto iniziare seriamente la riabilitazione.
Il 20 dicembre 2020, Alex si sveglia dal coma e dimostra di vedere e sentire riuscendo ad alzare il pollice alla moglie in segno di assenso.
Cosa ci insegna Alex Zanardi
Alex è in grado di far passare un messaggio che non pochi riescono a veicolare. Non si tratta solo di quello di resistere e di non abbatersi, un po’ scontato se volete. Ma ci spinge a guardare oltre, insegnandoci che i veri combattenti e i potenziali vincitori non sono quelli nati fortunati con un talento o un cammino già definito, quelli per i quali è relativamente tutto facile, ma coloro che, “non portati per”, “non destinati a”, ma spinti dalla passione più sfrenata, lavorano sodo per raggiungere un obiettivo. Anche se sembra che tutto il mondo gli remi contro, loro, caparbi, vanno avanti per la loro strada.

Queste persone, una volta raggiunto il loro obiettivo, non solo lo sapranno valorizzare come merita, ma saranno anche sinceramente riconscenti con chi li ha aiutati, e rispettosi e di sostegno a chi ancora combatte per raggiungerli perché consapevoli dello sforzo immenso da questi compiuto.
A presto,
Giancarla.
Fonti: Atleti speciali; Biografie on line; direttanews; DISABILINEWS; fanpage.it; fQ magazine; Padova sport; Wikipedia; Wired.it.