Chiamatemi Anna – stagione 3

Trama: Anna ha ormai 16 anni. È all’ultimo anno di scuola, si prepara ad andare all’università ed è in piena crescita identitaria. Tante domande sulla sua infanzia e il suo futuro scandiranno il cammino verso l’età adulta.

Anno: 2019   Paese: Canada
Titolo originale: Anne with an “E”   Episodi: 10
Durata: 40-50min   Genere: di formazione   Voto: 4,8/5

Pura poesia

Basterebbero queste due semplici parole per descrivere a pieno Chiamatemi Anna.

È senza dubbio la Serie più dolce presente nel catalogo Netflix.

Piena di buoni sentimenti, positività e buoni propositi ha come sfondo un contesto così amorevole e bucolico da far vacillare anche mr Scrooge se non avesse già incontrato i fantasmi dei Natali passato, presente e futuro.

Con la terza e ultima stagione di Chiamatemi Anna torniamo ancora una volta ad Avonlea, la comunità agricola di fine Ottocento talmente accogliente da accettare una coppia nera e una maestra progressista che indossa i pantaloni. Certo, qualche resistenza iniziale anche Avonlea l’ha avuta, ma considerato che le coppie nere e le donne emancipate spaventano anche nel 2020, possiamo soprassedere soprattutto perché, superato il trauma, nelle nuove 10 puntate tutti si faranno in quattro proprio per aiutare sia la famiglia nera che la donna emancipata.

Un momento di crescita per Anna

Anna ha ormai 16 anni e vive l’anno del diploma preparandosi per le selezioni all’università locale insieme a tutti i suoi compagni. Tutti tranne Gilbert, tanto silenzioso quanto espressivo e sempre più convinto di voler diventare medico sognando addirittura la Sorbona.

Proprio la differenza di progetti futuri farà vivere l’innamorata platonica Anna con la costante convinzione assolutista di essere ormai in procinto di perdere Gilbert per sempre. Come finirà?

… e per tutta Avonlea

Oltre ad Anna, l’intera comunità della remota isola canadese si appresta ad entrare in una nuova epoca.

Siamo ormai nel 1899 e le novità dalla lontana terra ferma iniziano ad arrivare. Un brivido correrà lungo la schiena delle donne quando acquisiranno la consapevolezza che le idee sull’emancipazione femminile della signorina Stacey non erano poi così sbagliate se finalmente consentiranno loro di non essere solo merce di scambio matrimoniale ad uso e consumo della volontà paterna potendo invece avere voce in capitolo sulle loro vite e su quella della comunità.

Un passaggio evolutivo fondamentale per la piccola Avonlea chiamata in questa stagione anche a superare ogni diffidenza nei confronti dei pellirossa: non più selvaggi da temere e scacciare, bensì abili artigiani depositari di antiche conoscenze di medicina naturale. E così, quando il governo canadese deciderà di rieducarli brutalmente, Anna e Avonlea non si tireranno indietro nel difenderli.

Proprio quest’ultimo punto rimane più in sospeso. Seppur si comprendono gli ipotetici sviluppi, l’ultima puntata si chiude senza un’importante rispotsa: Ka’k wet sarà liberata?

Si chiude un cerchio

Nonostante questo, molti tasselli tornano finalmente al loro posto. Anna, in perenne ricerca di se stessa, finalmente grazie al sostegno dei suoi affetti trova la sua identità e comprende quala sarà il suo cammino per il futuro.

Possiamo dirlo? È un vero peccato che Chiamatemi Anna non sia stata rinnovata per almeno una quarta stagione. Ci sono tante serie tv arrivate anche a trame assurde che continuano ad essere rinnovate e Chiamatemi Anna, per la purezza e l’alta qualità che la contraddistinguono – senza contare la trama basata su una raccolta di romanzi di tutto rispetto e il seguito di pubblico generato, meritava di continuare. Chissà, io confido ancora e spero presto in un annuncio sorpresa di Netflx che, in stile The Crown, annuncia nuove stagioni con un nuovo cast in quanto, se non conoscete la collana di romanzi con protagonista Anna Shirley, sappiate che la scrittrice ha prodotto opere che coprono l’intero arco di vita del personaggio, dunque di materiale su cui lavorare cen’è tanto e davvero molto molto interessamte. Incrociamo le dita!!

A presto,

Ginacarla.

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