Trama: Ivar, sovrano assoluto di Kattegat, impone con crudeltà la sua supremazia autoproclamandosi una divinità. Accanto a lui solo il fratello Hvitserk mentre gli altri, guidati da Bjorn e Lagertha, fuggono in Wessex.
Anno: 2019 Paese: Canada
Titolo originale: Vikings Episodi: 10
Durata: 45min Genere: storico Voto: 3,5/5
Disponibilità: Netflix, Amazon Prime
Finalmente Netflix si è degnata di aggiungere la seconda parte della quinta stagione! Iniziavo a perdere le speranze tanto da buttarmi su Amazon Prime, dove invece è presente da tempo.
Ripartiamo da dove ci eravamo fermati. Dicevamo che Ivar è il sovrano indiscusso di Kattegat, abbandonato da tutti i fratelli eccetto Hvitserk, impone la sua supremazia con forza e brutalità, rinnegando i toni più democratici dell’ormai defunto padre Ragnar.
Troviamo un Ivar più forte che mai, accecato dal potere che, affiancato da una donna che decide di prendere in moglie, si auto-convince di essere la reincarnazione di un dio sceso in terra. Abbandonato ogni contatto con la realtà, Ivar è appare un sovrano folle ed incontrollabile, più un pericolo che una protezione per il suo popolo.
I suoi fratelli, guidati da Bjorn, consapevoli dell’instabilità di Ivar tentano in ogni modo di trovare l’appoggio di Re Alfred del Wessex per tornare a Kattegat e spodestarlo.
Ma sappiamo bene che con Ivar mai nulla è come appare: proprio quando lo crediamo ormai impazzito soggiogato dal fascino della moglie, capiamo che ancora una volta è un passo avanti, finto tonto della situazione in grado di vedere e prevedere ogni passo di chi gli è intorno sfruttando a proprio favore la convinzione dilagante sulla sua perdita di lucidità.
E ancora una volta, nonostante gli sviluppi, arrivando al finale di stagione, vediamo che Ivar il Senz’ossa continua a farci tutti fessi, fratelli e spettatori, cavandosela come sempre più incattivito che mai.
Vikings non delude mai
Al di là della trama, sempre avvincente, incentrata in questi 10 episodi su una guerra fratricida senza esclusione di colpi (Ah, se vi vedesse papà Ragnar!!), Vikings continua ad essere una delle serie più belle degli ultimi anni tra quelle presenti su Netflix e non solo.
Frutto di una produzione internazionale a trazione canadese, prodotta da History, ha attori di tutte le età e di tutte le nazionalità in grado di rappresentare al meglio i loro personaggi. Il lavoro mastodontico fatto per rendere credibile ogni aspetto della realizzazione di Vikings è più che evidente. Già dal Melting pot degli attori, si capisce quanto anche solo i casting richiedano un grosso impegno da parte della produzione.
In Vikings continuano a susseguirsi eventi e generazioni, con personaggi in costante evoluzione e dinamiche sempre differenti. Il solo cast originario, se non per qualche personaggio irrinunciabile come Lagertha e Floki, è ormai completamente rinnovato eppure, seppur in modo meno drastico, così come in The Crown, Vikings mantiene la sua continuità a colpi di intrighi e pathos.
Sarebbe interessante vedere maggiori sfaccettature di ogni personaggio
Se una critica va mossa a Vikings è forse l’eccessiva coerenza con se stesso di ogni personaggio. Mi spiego meglio. Per quanto sia logico che un personaggio sia coerente con se stesso, il suo carattere, la sua storia ecc, forse in un contesto come quello di Vikings, in piena epoca vichinga in cui tutto è legato ancora al principio di sopravvivenza, vedere qualche bel stravolgimento in più di alcuni personaggi sarebbe interessante. Magari un bel colpo di testa di Bjorn o un inaspettato intenerimento di Ivar potrebbero aggiungere una punta di pepe in più che non guasterebbe.
So benissimo che non si tratta di Game of Thrones dove tutto è sempre il contrario di tutto mentre in Vikings si tenta di raccontare fatti realmente accaduti, ma, ecco, una decisione inaspettata da parte di un personaggio in grado di scuotere gli esiti della storia, dopo 5 stagioni sarebbe veramente interessante. Confidiamo nella sesta stagione appena iniziata – per l’Italia su TIMvision.
A presto,
Giancarla.