Domenica scorsa vi ho proposto un elenco di film interessanti per la formazione di un giovane nel 2020. Tra i diversi titoli proposti, vi ho presentato Unbroken, un film prodotto da Angelina Jolie nel 2014 e ispirato alla vera storia di un atleta italo americano veterano di guerra. Data la sua vita al limite del cinematografico, mi è sembrato doveroso soffermarmici e dedicare un intero articolo solo alla vita da Oscar di Louis Zamperini.
Infanzia
Luois nasce il 26 gennaio 1917 nello stato di New York da Anthony e Louise, una coppia italiana fortemente cattolica originaria della Lombardia. All’età di due anni, nel 1919, si trasferisce con la famiglia a Torrance, in California.
Crescere qui per lui e suo fratello non è semplice in quanto, parlando poco inglese, presto viene preso di mira con atti di bullismo. Per aiutare i suoi figli, il padre li avvia a tirare di boxe.
L’atletica
Iscritto all Torrance High School, dal primo anno viene spinto dal fratello Pete ad entrare nella squadra di atletica dove, nel giro di poco tempo, dimostra il suo talento diventando il più veloce atleta della scuola diplomandosi da imbattuto.
Forte delle sue capacità, nel 1934 Louis stabilisce il record mondiale interscolastico sul miglio col tempo di 4’21″2. Successivamente partecipa al campionato CIF California State vincendo con il tempo di 4’27″8 e, grazie a questo, ottiene una borsa di studio per la University of Southern California. Louis ha solo 17 anni.
Nel 1936, a 19 anni, prova a qualificarsi per le imminenti Olimpiadi di Berlino. All’epoca partecipare alle selezioni prevedeva un grosso impegno da parte degli atleti, sia a livello fisico che economico, in quanto ogni spesa doveva essere sostenuta autonomamente. Fortunatamente il babbo di Louis è ferroviere e può fargli avere un biglietto gratuito, mentre per il vitto e l’alloggio si impegnano gli abitanti di Torrance sostenendolo con una colletta. Così facendo, Louis giunge ai Trials che si svolgono a Randalls Island, New York.

La gara si svolge in una giornata molto calda, ma giocando d’astuzia, pur essendo senza esperienza nella disciplina, Louis sceglie di gareggiare sui 5000 m piani arrivando ex aequo col primatista statunitense Don Lash, qualificandosi e diventando, nel contempo, il più giovane statunitense a partecipare alle Olimpiadi in questa specialità.
Le Olimpiadi di Berlino 1936
Luis non è di certo tra i favoriti e la medaglia d’oro è vinta dal campione finlandese Gunnar Höckert, tuttavia egli giunge in finale concludendo all’ottavo posto dopo aver effettuato un eccellente ultimo giro in 56 secondi, catturando l’attenzione di Adolf Hitler che, inseguito, insiste per un incontro personale per complimentarsi.
Lo scoppio della guerra
Nel 1940 si sarebbero dovute tenere le Olimpiadi di Tokyo tuttavia, a seguito dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, vengono cancellate. Louis dismette gli scarpini da corsa e, come molti suoi coetanei, si arruola. Ha 23 anni.
Entra nelle United States Army Air Forces e presto viene impiegato nell’Oceano Pacifico, nell’isola di Funafuti, in qualità di bombardiere. Qui vi rimane per tre anni, fin quando, nell’aprile 1943, durante una missione di bombardamento contro l’isola di Nauru occupata dall’esercito giapponese, il suo aereo non viene gravemente danneggiato. Presto gli viene assegnato un altro velivolo ma, a seguito di un nuovo combattimento, questo affonda nel bel mezzo dell’oceano.
Alla deriva nel Pacifico
Delle undici persone a bordo lui è una delle 3 persone sopravvissute. Con commilitoni Russel Allen Phillips e Francis McNamara, rimane alla deriva per ben 47 giorni, senza cibo né acqua, vivendo al limite del possibile bevendo acqua piovana e mangiando pesci e albatros crudi. Durante questi giorni durissimi, McNamara perde la vita e lo stesso Louis, messo a dura prova fisicamente e mentalmente vive una vera e propria crisi mistica ritrovando, da ateo, la fede in Dio.
Incredibilmente, lui e il suo compagno riescono a raggiungere la terraferma nei pressi delle Isole Marshall, qui però vengono subito catturati dalla Marina Imperiale Nipponica.
La prigionia giapponese
Trasferito da un campo di prigionia all’altro, viene infine assegnato alla prigione militare guidata dal feroce sergente Mutsuhiro Watanabe (inseguito inserito nella lista dei 40 criminali di guerra giapponesi) che, noto per la sua indole sadica, riconosciuto l’ex atleta Zamperini e infastidito dalla sua tempra forte e combattiva, lo sottopone per anni a sevizie, torture e umiliazioni.

Senza poter dare notizie ai suoi familiari, negli USA viene prima dichiarato “disperso” ed inseguito “morto in combattimento”. Rimane prigioniero fino all’agosto del 1945.
Il rientro in Patria
Louis, estremamente provato, fa ritorno negli Stati Uniti al termine del conflitto. É accolto come un eroe: nel 1946 sposa Cynthia Applewhite e nello stesso anno, l’aeroporto di Torrance viene rinominato Zamperini Field in suo onore.
Tuttavia i postumi di un’esperienza tanto traumantica quanto quella vissuta da Louis non tardano ad arrivare: ha una gamba ormai compromessa delle ferite di guerra che non gli permette di continuare la carriera sportiva, ed è in pieno disturbo post traumatico da stress. Attanagliato dai ricordi e dagli incubi ricorrenti, perde di lucidità e si rifugia nell’alcool.

Ritorno da nulla
È la vicinanza della moglie e il riavvicinamento alla fede cristiana che lo aiutano a riprendere in mano la sua vita, decidendo, nel 1950, di tornare in Giappone e testimoniare contro i suoi aguzzini scegliendo però di abbracciarli e perdonarli.
Ritrovato l’amore per la vita, nel 1954 inaugura in California il Victory Boys Camp, un campeggio senza fini di lucro in cui accogliere e dare una possibilità di salvezza ai “ragazzi a rischio”. Un impegno che lo motiverà e gli darà speranza per il resto dei suoi anni.
Un testimonial di sport e vitalità
Ormai un simbolo per lo sport internazionale, a 81 anni, nel 1998 è nuovamente in Giappone scelto per portare la fiaccola olimpica delle Olimpiadi invernali di Nagano. In questa occasione tenta di incontrare il suo aguzzino Mutsuhiro Watanabe, ma quest’ultimo si rifiuta.
Gli ultimi anni
Dopo aver visitato, nel marzo del 2005, lo Stadio Olimpico di Berlino per la prima volta dopo avervi corso circa settanta anni prima, e dopo aver partecipato, nel giugno del 2012, a una puntata di “The Tonight Show with Jay Leno”, Louis Zamperini muore il 2 luglio 2014 a Los Angeles a causa di una polmonite all’età di 97 anni.
Di lui si dice che nonostante gli acciacchi dell’età continuasse a correre e ad arrampicarsi ogni settimana sul Cahuenga Peak, e che non rinunciasse a salire sullo skateboard.
Sulla sua vita è stato scritto il libro pubblicato nel 2010 Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio, di Laura Hillenbrand, da cui è stato tratto il film Unbroken del 2014.
A presto,
Giancarla.
Fonti: Avvenire; Biografieonline; Film.it; il Tempo; Prima Bergamo; The Living News; Wikipedia.