Oprah Winfrey: dalla segregazione razziale alla realizzazione personale senza matrimonio né figli

La storia che racconteremo molti la conosceranno data la notorietà della sua protagonista ma, poiché le belle storie non stancano mai, la ripercorreremo insieme passo dopo passo: Oprah Winfrey, la regina dei media.

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Infanzia

Oprah Gail Winfrey nasce a Kosciusko (Tennessee) il 29 gennaio 1954, da Vernita Lee, madre nubile figlia di allevatori di suini. Vernita è una casalinga dalla vita sentimentale tormetata, ma riesce ad imputare la paternità di Oprah al marinaio Vernon Winfrey. Mai sposatisi, si lasciano poco dopo la nascita della piccola.

Data l’instabilità della vita materna, Oprah vive in Mississippi nella fattoria della nonna fino a 6 anni dove impara a leggere e a recitare parti delle sacre scritture, per poi tornare dalla madre nel 1960.

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Il periodo storico in cui cresce Oprah è per lei molto duro: è donna, afroamericana, nel sud degli Stati Uniti, negli anni in cui è ancora in atto la lotta per i diritti civili contro la segregazione razziale.

A quattordici anni il punto di non ritorno

Nonostante ritorni con la madre, la situazione famigliare non è delle migliori. La giovanissima Oprah vive in un ambiente degradato e promiscuo finendo con il trascurare gli studi e il subire molestie sessuali e maltrattamenti da parte dei diversi membri della famiglia.

All’età di quattordici anni vive un momento drammatico: ha una gravidanza inaspettata da cui nasce un bimbo morto. La paternità del bimbo non sarà mai accertata, ma questo “basta” affinché Oprah si trasferisca dal padre a Neshville, in Tennessee.

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Papà Winfrey le salva la vita

Arrivata a Neshville, finalmente Oprah inizia a vivere la sua età. Amata ed educata da suo padre e dalla nuova compagna Zelma che l’adora, riprende gli studi e inanella i primi successi scolastici.

Nel 1971, a 17 anni, grazie alle sue doti oratorie, ancora studente, vince un concorso pubblico per giovani talenti conseguendo una borsa di studio ed entrando alla Tennessee State University. Si laurerà in “Speech and Performing Arts”.

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Questo le permette presto di iniziare a lavorare in trasmissioni radiofoniche e televisive a Nashville creandosi la propria indipendenza: conduce prima un notiziario in una stazione radiofonica locale per poi passare al telegiornale di Nashville dell’emittente WTVF-TV.

Una nuova sfida

Nel 1976, a 22 anni, entra  alla TV WJZ di Baltimora (Maryland), dove vive un nuovo momento di difficoltà. Dopo circa sette mesi in cui lavora come annunciatrice nel notiziario della sera, l’incarico le viene tolto con la motivazione di essersi lasciata coinvolgere troppo nelle notizie, risultando troppo coinvolta ed emotiva. In verità si vocifera che la ritenessero “troppo brutta” per quel ruolo, proponendole anche un intervento estetico da Oprah però rifiutato.

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Per la giovane Oprah si tratta del peggior fallimento della propria vita. Inizia un profondo momento di riflessione ma arriva alla conclusione che forse la sua grande capacità di trasmettere emozioni e la sua empatia potevano esserle utili in un contesto differente.

Oprah accetta un nuovo incarico e ricomincia da una trasmissione diurna destinata ad avere un pubblico di casalinge. Ma sorprendetemente, condotta da lei, diventa subito un successo.

L’anno successivo, infatti, nella stessa emittente, inizia a condurre il suo primo talk show nella fascia oraria mattutina riuscendo a coinvolgere il pubblico in modo inaspettato. Nasce il “Winfrey Show”.

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Il grande successo

Oprah prosegue il proprio lavoro continuando ad ottenere ottimi ascolti sulla rete locale. Arriva il 1984 e grazie all’intervento di Debra DiMaio, ex produttrice della TV di Baltimora trasferitasi a Chicago in Illinois, Oprah viene assunta come condutttrice alla WLS-TV per condurre un’altro show del mattino “AM Chicago”.

In sole quattro settimane lo show è il più seguito, andando contro ogni pronostico nonostante Oprah sia una donna e nera. La dialettica, il carisma e la forte personalità che la contraddistinguono, uniti ai temi sociali di grande interesse trattati, ammaliano il pubblico.

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Il talk show, ribattezzato The Oprah Winfrey Show, in pochi anni diventa un vero cult. Inizia a vincere svariati premi nazionali e i grandi temi da lei trattati subito diventano argomenti di quotidianità in tutti gli Stati Uniti. Tra questi le questioni LGBT, la violenza sessuale, la dipendenza da sostanze ed i problemi familiari. Lo show durerà ben 25 anni concludendosi solo il 9 settembre 2011.

Negli anni le sue doti carismatiche in grado di influenzare il pensiero comune, non le hanno risparmiato qualche grattacapo. Infatti non sono mancate le cause legali che l’hanno vista accusata di aver sabotato/modificato l’esito di un determinato evento attraverso i messaggi lanciati con la sua trasmissione. Tra i più noti, il processo che la vedeva colpevole ai tempi dello scandalo della mucca pazza, di aver influenzato negativamente le vendite del mercato della carne. Presto fu dichiarata non colpevole.

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La beneficienza

Oprah, dopo un’infanzia in povertà, diventa una delle donne più ricche d’America oltre che un simbolo per le donne afromaricane come lei.

Memore delle sue origini, Oprah sin dal principio devolve in beneficienza una buona parte dei suoi lauti compensi.

Fonda un ente no-profit per l’assistenza ai più bisognosi, “The Angel Network”, e apre, con il sostegno di Nelson Mandela, la “Oprah Winfrey Leadership Academy for Girls” in Sud Africa, un istituto per bambine provenienti dalle classi sociali più povere.

Il suo patrimonio personale ad oggi viene stimato da Forbes in 2,4 bilioni di dollari. Di questi almeno 70 milioni sono devoluti in cause umanitarie internazionali.

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Dal 2007, la rivista Forbes l’ha dichiara anche tra le donne più ricche e potenti del mondo, e nel 2012 le viene conferito l’Oscar Premio umanitario Jean Hersholt per il contributo offerto alle cause umanitarie; nel 2013 riceve la Medaglia Presidenziale della Libertà dal presidente Barack Obama e negli anni diversi dottorati honoris causa dalle prestigiose università Duke e Harvard.

Non solo una conduttrice tv

Raggiunta la notorietà, a seguito della sue evidenti doti comunicative, per Oprah si aprono oltre porte oltre a quella della conduzione.

È scelta nel 1985 da Steven Spielberg per una parte né Il Colore Viola venendo candidata all’Oscar come attrice non protagonista. Nel frattempo inizia a costruire un vero e proprio impero imprenditoriale: apre una casa editrice, una rete televisiva e diventa presidente di una casa di produzione televisiva.

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Oprah Winfrey nè Il Colore Viola, 1985.

Nel 1986 torna al cinema con Native Son di Jerrold Freedman e ancora nel 1998 con Beloved di Jonathan Demme. Lavora anche in alcune produzioni televisive come la miniserie The Women of Brewster Place nel 1989 e la serie tv Brewster Place nel 1990, a cui si aggiungono i film per la tv There Are No Children Here nel 1993 e Before Women Had Wings nel 1997.

Negli anni realizza anche una serie di cameo in: Willy, il principe di Bel Air nel 1992, Ellen nel 1997, Quell’uragano di papà e Casa Hughley nel 1999, Desperate Housewives nel 2005 e 30 Rock nel 2008.

Inoltre nel 2006 l’attrice comica Debra Wilson interpreta Oprah nel film Scary Movie 4, realizzando un remake dell’omonimo show avendo come ospite Tom Cruise.

Nel 2013 è di nuovo nelle sale cinematografiche come co-protagonista di The Butler, regia di Lee Daniels, ottenendo la candidatura al Premio BAFTA come migliore attrice non protagonista e agli Screen Actors Guild Award. L’anno successivo è presente nel cast di Selma – La strada per la libertà, di cui è anche produttrice, mentre nel 2016 prende parte alla serie tv Greenleaf, nel 2017 al film per la tv The Immortal Life of Henrietta Lackse e nel 2018 alla produzione A Wrinkle in Time, di Ava DuVernay.

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Oprah Winfrey in The Butler, 2013.

A tutto questo si sommano alcuni cortometraggi e diversi lavori come doppiatrice soprattutto in film d’animazione per bambini.

Nel 2018 riceve il premio “Cecil B. DeMille alla carriera – Golden Globe 2018”.

Ad oggi suoi idoli e fonti di ispirazione sono la sua amica Diana Ross e la scrittrice e politica Marianne Williamson, diventata una sorta di sua guida spirituale e presenza fissa nei suoi programmi televisivi.

La scelta di rimanere nubile e non avere figli

Di fatto Oprah Winfrey attraverso la carriera ha raggiunto l’apice della sua vita, eppure una questione le è sempre stata aspramente criticata: il non essersi mai sposata e non aver avuto figli.

A tal proposito, Oprah, che oggi gestisce il suo lavoro soprattutto la piattaforma Oprah.com, ha controbattuto con diverse interviste rimarcando la sua posizione proprio nell’ottobre 2019 attraverso la rivista per People.

Racconta che la sua anima gemella, la persona con cui avrebbe potuto mettere su famiglia, la incontra nel 1986 durante un evento di beneficenza. Si tratta di Stedman Graham a cui dopo più di trent’anni è ancora legata ma con il quale non è mai convolata a nozze né ha avuto figli.

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A un certo punto a Chicago avevo comprato un appartamento più grande perché pensavo: “Beh, se ci sposiamo, avremo bisogno di spazio per i bambini”. Poi non è successo. E in tutti gli anni The Oprah Winfrey Show ho visto la profondità della responsabilità e del sacrificio che è effettivamente richiesto a una madre. […] Ho parlato con molte persone incasinate e ho scoperto che lo erano perché avevano avuto madri e padri che non erano consapevoli di quanto serio fosse quel lavoro. […] E io non ho mai avuto la capacità di dividere in compartimenti stagni la vita privata e il lavoro, come sanno fare altre donne. È per questo che ho sempre avuto il massimo rispetto per le donne che scelgono di restare a casa con i loro figli. Nessuno dà alle donne il merito che meritano. […] Alcuni giorni lavoravo per 17 ore, e così anche i miei produttori, poi tornavo a casa e c’erano i miei due cani e Stedman, che mi ha sempre lasciato lo spazio per essere ciò che volevo nel mondo. Non mi ha mai chiesto niente del tipo “Dov’è la mia colazione? Dov’è la mia cena?”. Mai niente del genere”. […] Oggi ci diciamo “Se ci fossiamo sposati, non staremmo più insieme”.

Ed in seguito, in merito alle ragazze aiutate con la Oprah Winfrey Leadership Academy for Girls, aggiuge:

Quelle ragazze riempiono al meglio quel lato materno che forse avrei avuto. In effetti, lo riempiono troppo, l’amore non conosce confini. Non importa se un bambino sia venuto al mondo dal tuo grembo o se l’hai incontrato all’età di due anni, 10 o 20 anni. Se l’amore è vero, funziona.

Come mi disse un’amica: “fare figli non è una tappa obbligata della vita”. Se li si desidera davvero è bene tentare di averne, ma se sentiamo che non è quella la nostra strada, nonostante le incredibili pressioni sociali presenti, dobbiamo sentirci liberi di seguire il nostro cammino senza cadere nel senso di colpa.

La coeranza con se stessi è segno di grande forza

Apprezzo molto chi riesce ad essere coerente con se stesso, ne facccio una delle bandiere della mia stessa vita. Perciò, pur non condividendola, non posso non apprezzare la libera scelta di qualcuno che consapevolmente comprende che nella sua vita non può esserci posto per un figlio e per questo maturamente si mette nella condizione di non averne. Rispetto chi impopolarmente si assume le proprie responsabilità di adulto dimostrando di fatto un assoluto amore per quel figlio mai nato, evitando di metterlo nella condizione di subire il destino di avere un genitore non degno della sua presenza.

In questo dunque, non posso che provare grande stima per Oprah Winfrey che non solo è riuscita a risollevare la sua vita dopo una gioovinezza durissima creandosi una carriera invidiabile, ma anche ad essere sincera con se stessa riuscendo sempre e comunque ad essere chi voleva essere: una donna nera laureata, forte, indipendete, carismatica, innamorata e non madre.

A presto,

Giancarla.

Fonti: Biografie on line; IO Donna; ManagerItalia; MGMT; Vanity Fair; Wikipedia.

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