Trama: a fine XIX secolo, la Russia è l’impero più vasto del mondo. Alla sua guida c’è lo Zar Nicola II affiancato dalla moglie Alexandra.
Anno: 2019 Paese: USA Titolo originale: The last Czars
Episodi: 6 Durata: 40min Genere: storico Voto: 3,5/5
Gli ultimi Zar è una docu-serie prodotta da Netflix che ripercorre i fatti legati all’ultima famiglia Romanov, dal momento dell’incoronazione di Nicola II allo scoppio della rivoluzione e all’uccisione per mano bolscevica dell’intera famiglia imperiale.
Per l’importanza storica riconosciuta alla dinastia ed il mistero che per anni ha avvolto la loro morte, i Romanov ancora oggi hanno un grande fascino nonostante i palesi errori che essi stessi hanno compiuto portando il popolo allo stremo ed inducendolo alla ribellione.
Gli ultimi Zar, in un buon equilibrio tra narrazione cinematografica e rievocazione storica, appare una produzione di buona qualità che unisce sapientemente la ricostruzione storica ben fatta e ben recitata, alla professionalità di storici di fama internazionale in grado di analizzare con dovizia di particolari e passione il regno di Nicola II. La narrazione si sviluppa su due assi temporali: l’ascesa al trono dell’ultimo Zar e la comparsa negli anni ’20 di una ragazza che ritiene di essere la granduchessa Anastasia, figlia di Nicola, scampata alla morte anni prima.
Ne Gli ultimi Zar si scava nel profondo. Ci vengono raccontate le scelte politiche scellerate dello Zar intrise di sordità e non consapevolezza della famiglia imperiale, spiegandocene però anche i retroscena meno noti. Comprendiamo allora che dietro il distacco nei confronti del popolo, troviamo un bravo uomo e padre non pronto (o non adatto) a regnare su un Paese così grande e poliedrico.
Notiamo l’abisso sociale che separa i regnati dalle persone comuni, non concependone minimamente richieste e necessità, ma vediamo anche una famiglia sotto i riflettori da secoli che tenta strenuamente di nascondere le proprie fragilità: la difficoltà nell’avere un erede maschio prima, e l’emofilia dell’unico figlio nato poi.
Come sarebbe andata se lo Zar e sua moglie avessero mostrato un lato umano al loro popolo? Non sapremo mai. Impariamo però una lezione importante: la verità trionfa sempre, nel bene e nel male. Vivere ostentando ciò che non si è, più che mai si tratta di perfezione e intoccabilità, ci rende ancora più fragili.
Mostrarsi Imperatori designati per mano divina e per questo infallibili, non ha fatto altro che esporre i Romanov a pressioni insostenibili, finendo con il cadere nella disperazione e rifugiarsi, con poca lucidità, nella mani sbagliate. Vi dico solo un nome: Grigorij Rasputin.
Ciò che ci rimane a fine visione de Gli ultimi Zar è l’amarezza. L’amarezza di quando a vincere sono la rabbia, l’odio e la vendetta che non permettono più di distinguere vittima e carnefice, ma impongono a chiunque di stendere un velo pietoso sulle proprie azioni per attenuare i rimorsi di coscienza.
Essendo una fedele ricostruzione storica, questa produzione non lascia nulla all’immaginazione, proponendo spesso immagini forti a tratti anche crude. Ma allo stesso tempo, proprio per questa sua trasparenza, offre allo spettatore una visione completa e profonda di uno degli eventi storici che più hanno segnato il ‘900. E per tutti questi motivi, non posso non invitarvi a prenderne visione.
A presto,
Giancarla.