Stranger Things – stagione 3

Trama: Estate 1985. Ad Hawkins la vita scorre serena, movimentata soltanto dall’apertura di un enorme centro commerciale. Mike, Will, Lucas e Dustin insieme a Undici e Max si addentrano nell’adolescenza e Hopper, geloso del rapporto tra Mike e Undici, chiede consiglio a Joyce. Steve, Nancy e Jonathan, ormai adulti, iniziano a confrontarsi con il mondo del lavoro. Tutto sembra andare come dovrebbe, ma di fatto così non è.

Anno: 2019   Paese: Usa
Titolo originale: Stranger Things  Durata: 40-60 min
Episodi: 8   Genere: thrillerfantascienza   Voto: 5/5

Ed eccoci qui finalmente con la terza stagione di Stranger Things! In queste settimane, complice il grande caldo che ci impone la ricerca di refrigerio in casa, Netflix ci sta dando grandi soddisfazioni 😍

Lo dico da subito: sono totalmente impazzita per questa nuova stagione che non mi aspettavo così bella, ma che di fatto mi ha rapita! E so di non essere la sola. Ho letto addirittura che secondo qualcuno è la stagione più bella di sempre, personalmente non sono d’accordo ma sicuramente è di gran lunga superiora alla seconda.

Ma andiamo nel dettaglio.

Sceneggiatura: era l’elemento che più mi preoccupava per la paura che si potesse sfociare nell’ovvio, ma la mia ansia si è rivelata infondata. Si è ripreso il racconto dagli elementi lasciati in sospeso e, in modo plausibile e naturale, lo si è evoluto tenendo conto (e approfittando) del contesto culturale in cui i fatti si svolgono. Ma l’aspetto che più di ogni altro ho apprezzato e che non ho trovato nelle prime stagioni, è stata l’estrema coralità di ogni puntata: in ogni momento della narrazione sono stati presenti tutti i personaggi evolvendosi insieme e facendo squadra, sia concretamente nell’affrontare gli eventi ché metaforicamente in quanto nessun personaggio è stato mai assente. Questo aspetto mi ha dato la sensazione che tutto si fosse evoluto, manifestando una nuova maturità di personaggi e attori.

Personaggi: quando si segue una serie in cui ci sono bambini come protagonisti diventa inevitabile appassionarsi alla loro crescita; diventa impossibile iniziare una nuova stagione senza commentare affettuosamente la loro altezza, il cambiamento di voce o la nuova consapevolezza che traspare dai loro occhi. Normalmente gli attori di una serie che amiamo diventano di famiglia, se poi si tratta di bambini e ragazzi che ci crescono sotto gli occhi, diventano tutti nostri figliocci per i quali non possiamo non provare affezione. Ma venendo a Stranger Things, vogliamo parlare della dolcezza con cui si è raccontato l’amore preadolescenziale tra Undi e Mike?! Non mi appassionavo tanto alla vita sentimentale di due ragazzini dai tempi di Caro Maestro con Marco Columbro.

Attori: come dicevamo, si è percepita molto la crescita dei personaggi più giovani sostenuta certamente dalla maggiore maturità degli attori stessi che, già talentuosi di natura, oggi iniziano a manifestare maggiore professionalità. Millie Bobby Brown (Undici) e Noah Schnapp (Will) sempre impeccabili, insieme ovviamente agli attori adulti Wynona Ryder (Joyce) e David Harbour (Hopper), ai quali aggiungo necessariamente Dacre Montgomery nei panni di Billy.

Fotografia: perfetta. Costruita con giochi d’immagine che rendono le transazioni da una sequenza all’altra a tratti destabilizzanti grazie ai virtuosismi di prospettiva. Anche in questo caso penso ci sia stata un’evoluzione, un vero affinamento della tecnica da parte degli addetti ai lavori.

Musiche e scenografia: la forza di Stranger things rimane la sua dote evocativa data dalla cura dei dettagli. Abiti, musiche, oggetti e arredamenti sono talmente azzeccati da generare flashback in chi guarda, facendo riemergere ricordi e inducendo a stoppare la puntata per qualche minuto pur di raccontare episodi e avvenimenti che si pensava essere finiti nel dimenticatoio. Per questo, indubbiamente, continueremo sempre ad amare l’operato dei fratelli Duffer.

4° STAGIONE: ebbene sì! Il finale nascosto dell’ottava puntata e l’annuncio fatto poche ore fa ci chiariscono che sì, ci sarà una 4° e, a quanto pare, ultima stagione! La terza finisce con un buon equilibrio tra detto e non detto, tuttavia proprio il finale nascosto genera una nuova speranza nello spettatore che non potrà non smaniare per la nuova stagione. Ma, aggiungerei, considerata la delicatezza e raffinatezza di Stranger things, rimarco la mia idea auspicando che la 4° stagione sia davvero il gran finale: mi rendo conto che finora si è fatto solo un lavoro in divenire, ma capisco anche che portare avanti egregiamente una serie come questa richiede uno sforzo enorme e il rischio di muoversi trasformarsi in un elefante in un negozio di cristalli è sempre dietro l’angolo perciò, se il troppo stroppia, è bene chiudere gli ultimi cerchi del racconto senza strafare.

A presto,

Giancarla.

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