Dopo circa 10 mesi, il mio amato Corso Montessori ricco di insegnamenti, emozioni e nuovi legami, è giunto al termine. Martedì scorso infatti, con un carico di ansia inaspettato, ho sostenuto il mio esame. A esame concluso, in attesa degli scrutini e della consegna dei diplomi, vi racconto tutto.
Il Materiale
L’Album Montessori
Vi ricordate tutte le scadenze che vi ho nominato in questi mesi? Schede tecniche, relazioni, cartine… tutto, TUTTO il lavoro realizzato in questi mesi con e senza il mio dolce Gruppo di lavoro “Le Manine Operose”, serviva a comporre l’Album Montessori, una sorta di guida personale al metodo che da sempre, da quando sono iniziati decenni fa i corsi Montessori, ha caratterizzato la formazione dell’insegnante montessoriana. Durante il corso viene realizzato dall’insegnante stessa sulla base di tutto ciò che studia e, in seguito, nella sua vita lavorativa, le rimane come bussola, come punto di riferimento nei momenti di confusione o smarrimento riguardo al proprio lavoro o semplicemente come memorandum, approfondimento o punto fermo per il proprio agire.
Oggi ovviamente si usa il PC, ma fino a pochi anni fa si realizzava interamente a mano, scheda dopo scheda, relazione dopo relazione, un lavoro immenso di mano ma soprattutto di interiorizzazione dei concetti, per questo i vecchi album montessoriani sono dei veri gioielli, imparagonabili a quelli di oggi. Rimane ancora la possibilità di scriverlo a mano, ma chiaramente ad oggi pochi riescono nell’ardita impresa! Io stessa l’ho realizzato al PC. Avrete notato che è un quadernone ad anelli non rilegato, ed è così per un motivo ben preciso: essendo ipotizzato come una guida per l’insegnante, che deve accompagnarla per tutta la carriera, si mette in conto che sarà sicuramente necessario modificare, eliminare o rivedere qualche scheda.
Nonostante si usi molto il computer, data l’intimità dell’album, si richiede ancora alla corsista di personalizzare il proprio quaderno sia a livello di grafica che di copertina. Io, nel mio piccolo, dando sfogo alla mie doti da cucitrice autodidatta, ho scelto di cucire una copertina con della stoffa dai toni gialli. Non amo molto la base scura dell’etichetta “Album Montessori”, ma avendo apportato quella modifica all’ultimo non avevo a disposizione altro feltro.
Realizzazione
Ho scelto di ammorbidire al tatto la plastica dell’album rivestendola con un foglio di gomma, successivamente ho cucito i due lembi di stoffa scelti come se fossero la copertina di un libro ed infine ho ricamato con il filo da mezzo punto la scritta Album Montessori su un’etichetta di stoffa poggiata su un pezzo di feltro. Per chiudere l’Album ho optato per un alamaro, riprendendo il lavoro da me presentato.
All’interno ho messo i fogli in foderine di plastica scegliendo di suddividere i vari argomenti per colore, in modo che a colpo d’occhio si avesse subito una chiara visione delle differenti parti. All’inizio volevo prendere le foderine colorate, ma il fai da te e il risparmio sono parte di me, dunque ho preso foderine normalissime per poi contrassegnarle con una striscia laterale usando i pennarelli indelebili. Ho scelto i colori primari rosso, giallo e blu ai quali ho aggiunto il verde, in pieno rispetto della scoperta dei colori nei bambini.
Il Font usato infine, è Cursive standard.
La Tesina
Il mio gioiellino. Testimone della mia crescita personale. Ho scelto il tema “L’Errore e il suo Controllo”, il tema più caro per me che sono tanto rigida con me stessa, e l’insegnamento che più di tutti porterò nella mia vita futura. A tempo debito ve ne ho già parlato abbondantemente, ma, qualora non vi sia ben chiaro il tema, data la preziosità dell’argomento, vi lascio uno stralcio della mia tesina. Fatene buon uso, mi raccomando.
Un’educazione come quella montessoriana, incentrata sull’esperienza e conseguentemente sulla necessità di auto-correggersi, conduce il bambino a migliorarsi e ad essere autonomo, a non bloccarsi di fronte alle difficoltà, ad essere paziente e, al tempo stesso, caparbio; ma soprattutto, un’educazione come quella montessoriana allontana il futuro adulto dal senso di fallimento, a prescindere dalla quantità e dalla qualità degli errori commessi. Sono la pressione sociale e l’ansia da prestazione che spesso connotano il fallimento, inteso come la dimensione sociale dell’errore, ossia il riflesso che il nostro errore ha sull’opinione che gli altri hanno di noi, determinando in alcuni casi una paura di fallire tale che impedisce di agire. Di fatto con un’educazione Montessori, questo meccanismo si disinnesca sul nascere, facendo scoprire ed interiorizzare ai bambini una concezione della vita positiva e possibilista, mettendoli nella condizione di accattare di dover lavorare e dover attendere che i tempi siano maturi, con la consapevolezza che comunque si arriverà sempre ad un risultato: forse non quello sperato, forse peggiore o forse, chissà, anche migliore. Si comprende che qualora un risultato fosse totalmente deludente “basta” tornare sui propri passi coscienti che probabilmente c’è un’altra variabile che non avevamo contemplato da scoprire e prendere in considerazione. Dunque non occorre perdere tempo nel lamentarsi per il proprio insuccesso, ma anzi, bisogna attivarsi al più presto, più carichi di prima affinché questo nostro obiettivo sia raggiunto.
Quanto detto, non mi stancherò mai di dirlo, sembra ovvio e scontato eppure l’ansia da prestazione che tutti noi viviamo costantemente, i suicidi di chi non ce la fa a rispettare le aspettative sociali, dimostrano che non è poi così ovvio e che c’è molto ancora da lavorare, soprattutto nel mondo dell’educazione.
Tutta la psicopedagogia montessoriana si basa sul Signor Errore fondamentale per la vita umana visto in quanto unico elemento utile a migliorarsi, ma l’opera di riferimento principale è La mente del bambino, nello specifico il capitolo XXIV “L’errore e il suo controllo”.
Le Osservazioni
E adesso, vi ricordate tutte le mie levatacce di questo inverno girando tutti i nidi di Roma?! 😀 Ecco, era appunto per fare le Osservazioni (scientifiche), imparare a guardare con consapevolezza i bambini, gli ambienti e anche le educatrici. L’Osservazione vi ricordo che è lo strumento principale dell’educatrice montessoriana in quanto, lasciando il bambino libero di agire, deve osservarlo attentamente per capire se e come si sta realizzando il suo processo di sviluppo psicofisico, se è necessario lavorare meglio sull’ambiente in cui è immerso (vi ricordo che è l’ambiente ad attivare la crescita cognitiva e in buona parte anche fisica del bambino) e se l’agire dell’insegnante sta aiutando davvero il bambino “a fare da solo” o no. Bene, ci è stato chiesto di raccogliere gli appunti di alcune osservazioni (le più complete), e di mostrare anche queste in sede d’esame. Il Font della di questa copertina come di quella della tesina è Gaston.
Il mio lavoro: Telaio con alamari
Altra fase cruciale di questo corso sono state le Presentazioni, ossia movimenti e attività che l’educatrice svolge in modo pulito e curato sotto gli occhi del bambino in modo che possa capire come si svolge un’azione piuttosto che un’altra. Ci hanno addestrate alla cura dei movimenti, dei dettagli, a rimparare a maneggiare oggetti e a compiere azioni del quotidiano. Tra le tante, abbiamo visto i Telai delle allacciature: materiali legati alla cura della persona che permettono al bambino di imparare ad aprire e chiudere cerniere, bottoni ecc. Poiché moltissime delle attività spesso sono create dalle educatrici ai fini del rispetto del fabbisogno evolutivo specifico dei bambini che hanno di fronte, ci è stato chiesto di realizzare da noi un materiale. Io ho immaginato di realizzare un Telaio con Alamari.
Realizzazione
Ho approfittato dei giorni in Sardegna per acquistare a pochi euro un quadretto 28×28 cm e una federa per cuscino da divano.
Con l’aiuto di mio zio ho tolto dal quadretto la parte di stampa conservandone la struttura in legno e, tutto rigorosamente a mano, ho ritagliato e cucito la federa in modo che emergessero i due lembi dell’allacciatura fissati poi alla base con dei chiodini. Gli alamari li ho acquistati in una merceria locale e cuciti semplicemente con del filo tono su tono.
La Scatola per lavorare
A questa addirittura avevo dedicato buona parte di un articolo. Fondamentalmente nelle strutture Montessori, gli oggetti, i materiali e ogni attività sono inseriti in vassoi o scatole come quella realizzata da me (o più complesse), per permettere al bambino di prendere in sicurezza ciò che gli serve e portarlo sul banco dove desidera lavorare. Al momento del riordino, viene rimesso tutto nella scatola o nel vassoio così come era stato trovato inizialmente e ricollocato al suo posto originario:“ogni cosa ha il suo posto, ogni posto ha la sua cosa” è il mantra per tenere un ambiente in ordine e permettere a chiunque di orientarsi facilmente e in autonomia.
Oggi molte scatole si comprano già pronte ma è sempre bene che un’educatrice, all’occorrenza, non si perda in un bicchiere d’acqua e sia in grado di realizzarla da sé.
I lavori di gruppo
Purtroppo non ho foto di buona qualità da mostrarvi, tuttavia ci si riferisce ad una serie di lavori di gruppo realizzati quest’anno:
- La striscia della vita di Maria Montessori
- Il Mobile
- Il libro sensoriale
- La striscia dello Sviluppo del bambino.
Se riuscissi a fare foto adeguate, in futuro modificherò l’articolo e le inserirò.
L’esame
Dulcis in fundo.
Eh eh, con le formatrici montessoriane non si scherza! 😀 Signori, ben ¾ d’ora d’esame!
L’area dove abbiamo svolto l’esame è stata idealmente divisa in tre zone, una per la teoria, una per il bambino piccolo (0-15 mesi) e una per il bambino grande (16-36 mesi). Noi siamo state divise in gruppi da tre e, a rotazione, ogni quarto d’ora, andavamo da un’insegnante piuttosto che dall’altra.
Nello specifico io ero al turno delle 10.00 con la Manina Valeria, e una ragazza di nome Giulia. Abbiamo posizionato su un tavolo tutti lavori di cui vi ho appena parlato e subito dopo ci siamo divise nei tre tavoli d’esame. Io sono stata immediatamente interrogata sulla teoria. Un quarto d’ora dopo, al suo della campanella, ci siamo scambiate: sono passata all’insegnante dedita la bambino grande. Qui mi è stato chiesto di realizzare una presentazione, quella dello srotolare e arrotolare un nastro su di un rocchetto. Successivamente mi sono state fatte tutte le domande di teoria connesse a tale attività.
Al trascorrere di un altro quarto d’ora sono passata al tavolo del bambino piccolo, dove l’attività prevista per me era impilare i bicchieri, da svolgere sul tappatone in quanto prevista per un bimbo intorno ai 9-10 mesi. Fatta anche qui la presentazione, mi sono state fatte le domande di teoria connesse.
Chiarisco che tutte le Presentazioni da realizzare all’esame vengono assegnate a caso, ossia tramite pesca diretta da parte di noi corsiste.
A qualche giorno dall’esame posso dire di essere soddisfatta di me stessa 😊
Non so ancora come sia andato, o meglio non so quale sarà il mio voto finale, ma quello che so è che ho fatto del mio meglio. Quest’anno mi sono impegnata tanto, ho scelto questo corso per passione accettando tutti i connessi sacrifici di svolgerlo da pendolare, mi sono messa in gioco, ho stretto nuove e belle amicizie, ho imparato a lavorare in gruppo e a fare squadra: il voto, il numero finale, non mi interessa. Ciò che ho imparato, ciò che mi è rimasto di quest’anno non può essere quantificato da un valore numerico; dunque qualsiasi sarà, ciò che volevo raggiungere, io l’ho già raggiunto. Ora mi interessa solo continuare la mia vita, il mio lavoro e la mia formazione, portare avanti i miei obiettivi e i bei legami che ho costruito. Tutto il resto non mi importa.
Il prossimo e ultimo appuntamento con il Corso è per lunedì 15 luglio, giorno di consegna dei diplomi e cena romantica con le mie amiche e colleghe. A questo seguirà il post conclusivo: vi avverto, sarà sicuramente strappalacrime.
A presto,
Giancarla.