Lettera ad un giovane “sfigato”: contrastare critiche e consigli non richiesti per dare anima ai propri sogni

Ho scoperto un bravissimo Youtuber, Seoul Mafia, un ragazzo italiano di nome Marco che da circa 7 anni, inseguendo le proprie aspirazioni e con grande sacrificio, si è trasferito in Corea del Sud e che, grazie anche ai suoi video su YouTube, sta realizzando i propri sogni.

In uno dei video, rispondendo ad alcune domande dei fan, Marco ha raccontato di aver subito bullismo a causa della sua personalità estrosa, ma che la vita adulta lo ha premiato per non aver demorso ed essersi impegnato. Sentendo lui, mi sono resa conto di quanto questa storia sia comune a molti personaggi divenuti poi celebri.

Mi sono tornate in mente persone come quel secchione di Bill Gates, quel sociopatico di Steve Jobs o quel dentone effemminato di Freddie Mercury. E mi sono venuta in mente io stessa.

Non oserei mai paragonarmi a personaggi di fama internazionale come quelli citati, ma in virtù della mia esperienza da Very Normal People, vorrei sostenere questa tesi dello strano è bello raccontando i miei trascorsi.

Chi sono – Capitolo: Infanzia e Adolescenza

Personalmente (fortunatamente) non sono mai stata oggetto di bullismo, ma il mio modo di essere esteticamente e caratterialmente mi ha dato un bel filo da torcere, sia in infanzia che in adolescenza.

Innanzitutto, dovete mettere in conto che a 12 anni ero già ben sviluppata e in sovrappeso, arrivando a 15 anni ad essere 1,65 mt per quasi 83kg (non di muscoli, purtroppo). Avevo gli occhiali e l’apparecchio, ed ero figlia di due genitori meridionali orgogliosi delle loro origini che sbarcavano il lunario in una città benestante del Centro Italia in un’epoca in cui tutta la chiusura mentale era riservata ancora esclusivamente agli immigrati italiani del sud. E mi chiamavo Giancarla – non Sara, Martina o Jessica con la “J”, ma Giancarla con un Cognome sardo ancora più impronunciabile.

A tutta questa esteriorità, che in infanzia e adolescenza, in un contesto arretrato mentalmente, ha un certo rilievo, si aggiungeva che ero brava a scuola, buona di carattere e avevo interessi non proprio Top: amavo leggere, il Fai da Te, disegnare, cucire, guardare film e non ero ancora particolarmente interessata alle uscite serali o a chissà quali relazioni adulte.

Insomma, senza mezzi termini: ero agli occhi di molti brutta, grassa, secchiona, noiosa e con una nomenclatura tanto diversa da favorire battute e prese in giro di ogni sorta.

Beh, la volete sapere una cosa? Io ad oggi ricordo quel periodo della mia vita con una dolcezza ed un calore infiniti perché i miei genitori mi hanno sempre fatto sentire amata e sostenuta. E sinceramente, pensando a me stessa 15enne, provo una punta di orgoglio: giovane donnina che nonostante le prese in giro non si faceva condizionare più di tanto, selezionando le proprie amicizie e rifugiandosi nei propri interessi, ponendo inconsapevolmente le basi per l’introspezione che oggi rimane una delle mie armi emotive più forti.

Come raccontai nel primo articolo del blog, già da giovanissima facevo ciò che faccio oggi, ma senza internet: scrivevo fiumi e fiumi di parole, raccoglievo articoli di giornali per giovani donne, leggevo tantissimo (mio padre era disperato perché volevo sempre nuovi libri, al punto che iniziò a comprarmi le edizioni economiche in edicola) e sottolineavo e rielaboravo ciò che mi incuriosiva; raccoglievo citazioni; imparavo a memoria passi, abbellivo la mia stanza con poster e cartelloni fatti e scritti a mano da me; creavo piccoli oggettini con pasta di sale, das, cartone e ascoltavo musica di tutti i generi fregandomene del fatto che ci fossero emo, punk e cavolate varie: ciò che mi piaceva, lo facevo, lo ascoltavo e lo leggevo costruendo la mia personalità.

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A 16 anni, quando già avevo iniziato a perdere peso.

Questo mi ha permesso di comprendere e accettare che era necessario che agissi sul mio corpo, dunque nel 2006, una sera, decisi che avrei perso peso una volta per tutte e iniziai così una lunga dieta (definita da un medico) che mi portò in 9 mesi a scendere a 57Kg.

Poco dopo chiesi ai miei genitori di provare le lenti a contatto e pian piano imparai a prendermi cura di me stessa e a valorizzarmi esteticamente. Tutto questo mi diede più sicurezza, rendendomi più interessante anche agli occhi dei ragazzi. Ricordo che il mio primo amore (lui 18 anni, io 17), rimase inizialmente colpito da me esteticamente ma, parlando, anche e soprattutto dalla profondità di ciò che dicevo e dal modo in cui mi esprimevo, tanto da dirmelo. Questo complimento mi fece particolarmente piacere al punto che lo ricordo ancora oggi con affetto. Rimanemmo insieme per tanti anni.

Successivamente iniziò un duro periodo per la mia famiglia, ma le basi emotive poste, il Mio Mondo creato fin da giovanissima mi hanno sempre dato rifugio ricordandomi chi sono e aiutandomi a scegliere, a capire chi e quale sia per me il benessere a dispetto di ogni opinione non richiesta, a ricercarlo e a salvaguardarlo.

Ad oggi, con le difficoltà quotidiane, tutto ciò continua rendermi forte e a far scattare la scintilla necessaria a dare anima a nuovi fuochi quando ormai sembra che ci sia solo da brancolare nel buio.

Vi racconto questo non per vantarmi e sciolinarvi la favoletta dell’anatroccolo diventato cigno, ma per dare speranza a tutti voi che vi sentite fuori dal coro e che vi domandate se riuscirete a tenere botta, ma sopratutto se ne vale la pena quando tutte le pressioni del mondo esterno spingono in direzioni opposte rispetto alle vostre.

A voi, giovani riflessivi, timidi, estrosi, artisti, appassionati, dediti o caratterizzati da qualsiasi cosa sia inaccettata dalla massa, dico: perseverate! Fatelo per voi, ma fatelo anche per noi! Questo mondo ha disperatamente bisogno di novità, idee e opinioni diverse, voci e punti di vista mai presi in considerazione. Chiedete l’aiuto di chi vi fidate e perseverate: la vita vi ripagherà! Non a livello monetario magari, ma il vostro contributo vi sarà riconosciuto.

Ciò che vi rende diversi ora, un giorno vi renderà riconoscibili e unici, vi cercheranno per la vostra unicità e vi ameranno per questo.

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Dedico a Voi la Sterlitzia: simbolo di maestà, nobiltà e grandezza. Le sue peculiarità si ritrovano nella capacità di “rigenerazione” della pianta. Anche quando si pensa che i fiori di strelitzia siano appassiti in realtà non lo sono affatto.

Il mio nome era motivo di presa in giro, oggi è un segno di riconoscimento che mi tiene stampata nella mente delle persone.

Le mie estati nella campagna pugliese e i coltelli sardi di mio padre erano motivo di imbarazzo, oggi vi parlo dal mio blog chiamato La Terrona bionda.

La mia solitaria riflessività era considerata asocialità (anche da alcune insegnanti!!), ora sul curriculum mi fa scrivere con cognizione di causa di essere propensa sia al “problem solving” che al “team work”, perché mi conosco abbastanza bene da sapermela cavare sia da sola che in gruppo.

Ero una “sfigata” che passava i sabati pomeriggio a recuparare vecchi cartoni, oggi costruisco i primi materiali Montessori.

Ero solo una secchiona, oggi ho due lauree magistrali, un corso di specializzazione, diverse abilitazioni a seguito dei titoli e dell’eseprienza e anni di contributi. Tiè! (Quest’ultimo mi è uscito dal cuore ricordando certi simpaticoni della mia adolescenza), oggi chi ha perso tempo a prendermi in giro, credetemi che si è pentito di non aver investito quegli anni in qualcosa di più costruttivo.

Investite in voi stessi, in chi siete davvero e in chi vi ama davvero – in cuor vostro sapete di cosa parlo -, e la vita vi ripagherà.

A presto,

Giancarla.

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