Eravamo rimasti alla mia quarta osservazione presso l’Asilo Nido e Casa dei Bambini Il Bambino nel Mondo, il gioiellino a Boccea. Questa settimana invece, desiderosa di vedere con i miei occhi una pietra miliare del Montessori, ho scelto di recarmi presso il Centro Educativo Montessori, in via Tito Livio, zona Cipro.

Si tratta di una struttura esistente dal 1973, la cui attuale direttrice vi lavora con passione dal 1975, da quando aveva solo 19 anni. Oggi il Centro Educativo Montessori – Micro nido e Casa dei Bambini è una delle poche realtà ad avere ancora arredamenti storici degli albori del metodo, trattati con cura e amore, e un’impronta classica che solo chi ha visto scorrere tra le proprie mani generazioni intere di bambini e di studi Montessori è in grado ancora di dare.
Sono sincera, più che il lavoro di alcune educatrici, ciò che qui mi ha affascinata è stato il clima che si respira. Nel mondo Montessori si parla della Voce delle Cose, intendendo che tutto ciò che è presente nell’ambiente è talmente bello e ben strutturato da “dirti” a cosa serve, perché serve e ad invogliarti ad usarlo; bene, nel Centro Educativo Montessori ho compreso il senso reale di questo concetto perché trovando arredi cosi antichi, ma così belli, vedendo bambini massimo classe 2016, muoversi in quei luoghi e apprezzare determinati oggetti, e vedendo il modo appassionato con cui ancora oggi, dopo anni di servizio, la direttrice continua a relazionarsi ai bambini, mi ha veramente emozionata molto. Vi racconto un dettaglio emblematico: durante lo spuntino di metà mattina, in sottofondo, i bambini ascoltano musica proveniente da un giradischi originale degli anni ’70! Le educatrici hanno tutto ciò che occorre per farlo funzionare, compresi i originali dischi con canzoni per bambini incisi in quegli anni! Guardandolo funzionare, mi sono resa conto che un vero giradischi io non lo avevo praticamente mai sentito suonare, non in un contesto di vita comune almeno, e vedere quei bambini così piccoli, figli dell’era digitale muovere la testa a ritmo delle canzoni dello Zecchino d’Oro del mago Zurlì e chiedere che la canzone partisse da capo, mi ha messo i brividi.
I bambini nelle diverse generazioni cambiano, come ci ha detto la stessa direttrice, ma la loro Essenza, il loro Stupore, se ben custodito da chi se ne occupa, non cambia mai.
I brividi davvero.
A tutto questo poi, si è aggiunta un’ulteriore mia riflessione riguardo alla criticità del ruolo delle educatrici. Devo dire che, se non si fosse capito, ho apprezzato tantissimo potermi rapportare con un’educatrice, ora direttrice con tanta esperienza come quella della Sig.ra Eugenia del Centro Montessori e mi viene da aggiungere che se si facesse finalmente una riforma seria nel mondo dell’educazione, sarebbe stupendo se le educatrici più appassionate, a fine carriera, se lo desiderassero, non uscissero completamente dal mondo dell’educazione ma che ogni tot. tornassero nelle strutture a testimoniare la loro esperienza: sarebbero una risorsa sia per i bambini che per le educatrici. Non so se sono riuscita a rendere chiaro il mio pensiero, ma questa figura della direttrice-ex educatrice, che aleggiava nell’aria interagendo con i bambini con la saggezza che solo una fase della vita più avanzata sa dare, non so, mi ha dato molto da pensare. Ovviamente, è sottinteso che le educatrici più o meno giovani, debbano essere sempre formate e preparate: la signora in questione seppur figlia di normative differenti, non era di certo la nonnina di Cappuccetto rosso, bensì una montessoriana doc emanante preparazione e professionalità da tutti i pori.
Venendo alle lezioni, mi viene in mente un solo pensiero: “adesso viene il bello!” 😀
Come vi ho anticipato nell’ultimo post, dalla settimana scorsa e per molte altre lezioni ci occuperemo della Vita Pratica, alla base della vita scolastica nel Nido e nella Casa dei Bambini Montessori. Vi ricordo che la Vita Pratica è molto importante in quanto ha lo scopo diretto di sviluppare abilità come il vestirsi o il maneggiare un utensile piuttosto che un altro, e lo scopo indiretto di sviluppare attenzione e concentrazione, volontà, autostima, capacità di scelta, dignità personale, indipendenza e intelligenza, oltre alle varie. Ecco, detta così è tutto molto poetico, ma in concreto noi, ora, dobbiamo rimparare a fare tutto. Dal sederci su una sedia al tirarla fuori da sotto un tavolo fino al trasportare un vassoio o aprire un borsellino. Tutto in funzione del fatto che per poterlo insegnare ai bambini dobbiamo imparare prima a farlo noi in un “determinato modo” per poi presentarlo (questo è il termine tecnico) ai bambini. Non potete immaginare quanto sia dura destrutturare e ristrutturare dei movimenti ormai consolidati; abbiamo passato l’ultima pausa a lezione sedendoci su tutte le sedie, trasportando oggetti “con garbo”, e aprendo e chiudendo contenitori controllando di muovere le dita con movimenti armoniosi e fluidi! Più vado avanti con il corso più comprendo quanta cura ci sia in questa metodo, ma soprattutto quanto la cura del dettaglio faccia la differenza nel lavoro con i bambini.
Con lo studio della Vita pratica analizzeremo ogni aspetto del quotidiano di un essere umano. Questa settimana ci siamo dedicati a imparare come sedersi su una sedia e come sfilare una sedia da sotto un tavolo, sedersi e rimetterla a posto; per poi passare al Trasportare (sedia, tavolino, panchetto, panchina, vassoio, cestino, vasetti di fiori, vasi di piante) e Aprire e chiudere (scatoline, astucci, lucchetti, mollette, cassetto, porta).
Per ognuna di queste azioni inoltre, insieme a tutti i materiali (es. mobile) e le attività (es. gioco euristico) di cui vi ho parlato nei post passati dobbiamo preparare delle schede tecniche, ossia schede sintetiche in cui descriviamo materiali e azioni specificando le età dei bambini a cui si riferiscono, come vanno presentati e con quali scopi.
Tutte le schede, insieme alle relazioni in cui trattiamo tutti gli argomenti teorici fatti a inizio corso (es. mente assorbente), comporranno l’Album finale: una raccolta teorico-tecnica Montessori che ci rimarrà per la vita professionale.
A fine corso, infine, ci saranno gli esami per i quali, oltre all’Album, dovremo preparare anche una tesina, le relazioni sulle osservazioni nei nidi e costruire del materiale sensoriale. Ma di tutto questo vi parlerò a tempo debito, per ora sappiate che sto ancora cercando di capire la funzione del pollice quando trasporto un tavolo.
A presto,
Giancarla.