Corso Montessori #17: la Quarta Osservazione e Vita Pratica al Nido

Felice Marzo a tutti! E che la primavera arrivi presto 🌼

Incrociando le dita visto che sono circondata ancora da persone raffreddate, pare che io mi sia ripresa, riuscendo a partecipare insieme ad una mia compagnuccia all’ultima osservazione programmata per febbraio. L’osservazione forse più difficile per me in quanto la struttura in questione è piuttosto lontana da Tiburtina. Fortunatamente l’altra Manina, più pratica di Roma, prima che allungassi inutilmente il percorso mi ha dato le giuste indicazioni, salvandomi. Grazie ❤

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Altare della Patria, Roma.

La struttura osservata è Il Bambino nel Mondo, in zona Boccea-Belvedere Montello. Ragazzi: over the top; in assoluto la scuola più bella che abbia visto tra tutte le 4 viste fin’ora e credo una delle più belle tra tutte quelle visitabili tramite l’ONM. Per questo, affascinata da tutto ciò che mi circondava, ho deciso di focalizzarmi sull’osservazione dell’ambiente, consapevole che prima di rivedere una struttura del genere, ahimè passerà ancora tantissimo tempo.

Il Bambino nel Mondo segue fedelmente la legislazione attuale che prevede la continuità educativa per il periodo di vita 0-6 anni, riunendo nei suo locali sia le 3 sezioni di nido (piccoli, medi e grandi) che la Casa dei Bambini (così come sono denominate le scuole dell’infanzia Montessori). Si tratta di un sistema ottimale in quanto permette a tutti gli alunni, sempre opportunamente sorvegliati, di spostarsi da un’area all’altra della scuola e di entrare in contatto con bambini di età sempre diverse. Questo sprona i più piccoli e responsabilizza i più grandi, permettendo anche una continuità di spazi, luoghi e persone pur passando da una classe all’altra o da un grado di scuola all’altro.

Il Nido e la Casa dei bambini de’ Il Bambino nel Mondo sono nello stesso stabile (in due ali differenti), condividendo ingresso, area accoglienza, bagni per bambini e molte attività di vita pratica. Intorno al palazzo c’è un ampio giardino grande almeno quanto un paio di campi tennis, e diviso in aree differentemente attrezzate a seconda delle fasce d’età.

In tutto questo, tornando al nido, con la mia collega siamo rimaste estremamente affascinante dall’area dei Piccoli – bimbi fino ai 12 mesi circa – che, se in molte strutture è la più piccola, un po’ ricavata qui è la, ne’ il Bambino nel Mondo è l’area più grande! Grande quasi quanto le due aule dei Medi (12-24 mesi) e dei Grandi (24-36 mesi) messe insieme. All’interno dell’area dei piccoli tutto è curato nel modo più montessoriano e pikleriano possibile, la stanza è divisa in 3 ambienti distinti ma tutti raggiungibili con lo sguardo: alimentazione, attività e igiene, e sonno. È un ambiente talmente bello che preferisco mettervi direttamente la foto per non perdermi in imbarazzanti sviolinate.

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Sezione dei Piccoli, Il Bambino nel Mondo.

Qui non manca nulla: ci sono i lettini bassi che si intravedono nella zona notte, il fouton e lo specchio per la motricità iniziale, e il polik, ossia la sbarra che vedete vicino al tappeto, utile al bimbo per tirarsi su in autonomia e fare i primi passi. Sul lato destro c’è un mobiletto con piccole attività e, non visibili, dall’altra parte della stanza, ci sono un’area con attività più complesse per bambini quasi pronti a raggiungere i Medi, il fasciatoio e il lavandino, una sedia a dondolo per l’educatrice e, esattamente dal lato opposto rispetto alla zona notte, una saletta dove i bimbi iniziano ad imparare a mangiare seduti e avviano il processo di svezzamento. Come potete vedere è tutto luminosissimo e all’insegna di colori e materiali naturali, come la cara Maria Montessori insegna. Uno spettacolo.

Per quanto riguarda il lavoro delle educatrici: tanti complimenti per la preparazione e per la passione, ma tanti complimenti soprattutto ai titolari che hanno creato questo gioiello.

Venendo invece alle lezioni, dopo qualche ora dedicata ad approfondire i materiali di sviluppo, ci siamo addentrati ufficialmente nella vita pratica del nido Montessori. Parlando di Vita Pratica, nelle scuole Montessori si fa riferimento ad attività ben precise e ben strutturate nella progettazione educativa, che si identificano in tutte le azioni che quotidianamente svolge un individuo per occuparsi di sé stesso, degli altri e del suo ambiente e che un bambino, a partire dai 12 mesi, può e vuole iniziare ad imparare a compiere da solo per diventare autonomo. Tra le più note: l’apparecchiatura della tavola, il lavaggio dei panni e lo spazzare il pavimento. Di fatti però, in base all’ambiente e alle possibilità che offre, le attività di vita pratica possono essere infinite. Tramite questi esercizi, il bimbo si sperimenta, impara l’utilizzo degli oggetti e si auto-costruisce imparando a provare soddisfazione solamente dal suo agire, senza il dover ricevere necessariamente conferme dell’esterno.

Per rendere più chiara l’importanza della Vita Pratica secondo la psicopedagogia Montessori, è utile forse tornare un po’ indietro nel tempo.
È il 1906 quando Maria Montessori, giovane dottoressa affermata, dedita allo studio e alla cura dei bambini con disabilità intellettiva, accetta la proposta di Eduardo Talamo, direttore dell’Istituto Romano di Beni Stabili, di occuparsi delle Case dei Bambini che sta aprendo negli edifici appena ristrutturati nel quartiere popolare di San Lorenzo a Roma.

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Uno dei palazzi del quartiere San Lorenzo subito dopo la ristrutturazione. All’interno di ogni edificio era stato progettato che un appartamento venisse dedicato all’accoglienza di tutti i bambini del palazzo (da qui il nome Casa dei Bambini) che durante il giorno rimanevano soli a causa dell’assenza dei genitori.

La Vita Pratica inizia quando, per salvaguardare le abitazioni appena ristrutturate, si chiede ad adulti e bambini di prendersene cura. E’ così che si inizia ad educare i bambini a svolgere varie mansioni pratiche come innaffiare le piante, pulire il pavimento, lavare, riordinare, classificare gli oggetti.

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Cartelli affissi nei cortili degli edifici
ristrutturati del quartiere di San Lorenzo.

Osservando l’amore e la dedizione che i bambini di San Lorenzo mettono in queste attività, Maria Montessori inizia a fare le deduzioni che nel 1909 la porteranno alla pubblicazione del libro simbolo Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini. Dunque, ciò che può apparire privo di senso come il trasportare brocche d’acqua o l’apparecchiare ordinatamente, di fatto è il fondamento del metodo e la base dell’auto-costruzione della personalità umana.

Il bambino è costruttore dell’uomo. Egli attua l’immenso sforzo di compiere il primo passo: quello che va dal nulla al principio. Tutto ciò che egli fa, lo fa dal nulla: egli solo sente le fatiche della creazione, e ci fa suoi eredi.
∼ Maria Montessori

A presto,

Giancarla.

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