Come vi dicevo in chiusura nello scorso post, domenica 21.10 ha piovuto moltissimo a Roma, lasciando ipotizzare che potesse saltare la lezione del lunedì; tuttavia, dopo essermi accertata del suo svolgimento, sono partita. Il tempo, nonostante le nuvole incombenti, è stato comunque clemente, lasciando cadere giusto qualche goccia di pioggia non limitante.

In questi giorni abbiamo avuto modo di ascoltare le lezioni di una pedagogista tedesca, esperta ovviamente di metodo Montessori che, con rigore teutonico, ci ha introdotte al tema della mente assorbente, elemento chiave degli studi scientifici Montessori – ricordo a tutti che Maria Montessori è importantissima in pedagogia, ancor prima che per il suo metodo rivoluzionario, per essere riuscita a trattare la materia pedagogica non come semplice “discorso sull’educazione” (come si era fatto fino a quel momento), bensì come scienza sull’educazione servendosi del metodo scientifico in quanto tale, caratterizzato da esperimenti e ripetizione degli stessi per confutare la propria ipotesi.
In merito alla mente assorbente, per iniziare ad entrare nel vivo dell’argomentazione Montessori, occorre pensare alla mente del bambino tra gli 0 e i 6 anni circa, come ad una spugna in grado di assorbire indistintamente, immediatamente ed indelebilmente qualsiasi impulso o stimolo in cui si imbatte. Per farvi capire: vi è mai capitato che un bambino improvvisamente e inspiegabilmente assumesse dei comportamenti o usasse parole o espressioni la cui origine non vi è nota? Bene, quello è un esempio di mente assorbente. Il bambino negli 0-6 anni, senza sforzo e inconsapevolmente, è in grado di apprendere in modo incancellabile qualsiasi cosa sperimenti, dal linguaggio, al movimento, agli usi e ai costumi dell’ambiente in cui è immerso. In questa età, in modo totalmente naturale e spontaneo come il respirare ossigeno, il bambino può apprendere qualsiasi cosa purché vi sia esposto in modo costante e continuativo.
Se ci riflettete, questa acquisizione scientifica fatta da Maria Montessori è di una preziosità unica poiché, oltre a spiegarci come imparano i bambini piccoli, ci indirizza rispetto a quando e come lavorare con lui qualora gli si volessero far apprendere insegnamenti fondamentali come la costruzione di una buona autostima, lo sviluppo di autonomia, empatia e senso civico, l’apprendimento di più lingue o attività fisiche come il nuoto ecc… insomma, il bambino in questi anni è una pietra preziosa grezza, in grado di costruire lo zoccolo duro della sua personalità (e prospettiva di vita) adulta; tutto ciò che si andrà ad aggiungere alle sue abitudini e le sue abilità successivamente a questa fascia d’età, sarà un arricchimento o modifica di quanto già appreso, e frutto di un grande e consapevole impegno che richiederà da parte del soggetto un enorme dispendio di energie.

Devo dire la verità, parlare della Mente Assorbente mi suscita emozioni contrastanti: da un lato adoro la realtà della Mente Assorbente stessa in quanto capisco che basterebbe un approccio pedagogico adeguato già noto come il metodo Montessori, per cambiare in una generazione il destino del mondo; dall’altro, per lo stesso motivo, mi arrabbio poiché comprendo che di fatto basterebbe veramente poco per migliorare la vita dei nostri bambini e dell’umanità intera, ma che quel poco, pochissimo in concreto non viene realizzato.
Tornando allo svolgimento del corso, la tematica in questione è stata affrontata leggendo alcuni passi dell’opera “La Mente del Bambino” di M. Montessori e visionando un filmato girato in un istituto Montessori giapponese – a tal proposito mi sono ripromessa di reperire video utili a mostrarvi adeguatamente il lavoro in una struttura Montessori, abbiate pazienza perché ne varrà la pena!
Ci è stato infine chiesto di approfondire l’argomento trattato tramite una relazione di gruppo da consegnare nelle prossime settimane. E siccome il mio gruppo è avanti, la relazione è già stata scritta 😉
Altro momento topico delle lezioni di questa settimana, sono state le ore di lavoro a corpo libero su noi stessi e sul rapporto con gli altri. Esatto, avete capito bene.
Nel Corso di formazione per educatori Montessori molto importante è imparare ad incarnare la figura dell’educatore in quanto Custode del percorso educativo del bambino, che, per questo, deve essere una presenza forte e solida emotivamente, in grado di essere un appoggio degno per i bambini e per i propri colleghi. Ergo le attività di presa di consapevolezza di sé risultano fondamentali. Per questo ci hanno invitato a salutare sconosciuti, abbracciarli, guardarli negli occhi, affidarci a loro ed occuparci di loro, prenderci cura dell’altro e accarezzarlo.
Vi assicuro che è stata un’esperienza unica, bellissima e.. durissima. Non ci si rende conto di quanto sia difficile affidarsi agli altri o farli entrare nella nostra intimità, nella nostra zona confort fin quando non ci si trova a doverlo fare. Ma questa esperienza ha consolidato il gruppo, tutte e 50 noi, ha fatto cadere paletti e vincoli puramente di circostanza per spingerci a guardarci dentro e ad accettare le altre, ma soprattutto far venire fuori noi stesse senza vergogna.
Queste sono state le prime ore a corpo libero e ci hanno cambiate. Davanti a noi abbiamo ancora mesi e mesi di corso e io sono sempre più consapevole dell’importanza per la mia persona di vivere a pieno questa esperienza.
Intanto ieri, mentre abbozzavo questo articolo, è arrivata la comunicazione che la lezione di oggi è stata cancellata per la nuova allerta meteo su Roma perciò, considerata anche la sospensione per le festività di inizio novembre, il corso riprenderà a partire dal 5.11 . Io intanto mi godrò qualche giorno di riposo in Sardegna.
A presto,
Giancarla.