Tredici – stagione 3

Trama: Dopo una violenta rissa scoppiata durante una partita di football, di Bryce Walker si sono perse la tracce. Pochi giorni dopo il suo cadavere è rinvenuto nelle acque del fiume. Chi ha ucciso Bryce Walker, l’impunito stupratore seriale della Liberty High School?

Anno: 2019   Paese: USA   Titolo originale: 13 Reasons Why   Episodi: 13   Durata: 60min
Genere: Dramma adolescenziale   Voto: 2/5

Flop.

È vero che siamo partiti tutti un po’ prevenuti su questa nuova stagione, ma proprio per questo, proprio perché non avevamo grandi aspettative, invece di sorprenderci, ci ha delusi amaramente. E parlo al plurale perché come sempre prima di scrivere una recensione mi informo un po’ sul sentire generale e, santo cielo, in tutte le lingue, in tutte le salse si legge che la terza stagione di Tredici sia una noia colossale!

Purtroppo mi devo accodare alla massa perché per me Tredici è finito alla prima stagione. Tutto ciò che è venuto dopo è in eccesso. E vi dirò di più: la terza stagione, essendo ormai totalmente scollegata dal caso di Hannah Baker, avrebbe avuto molto più senso se fosse stata uno spin-off il cui protagonista era il principale carnefice di Hannah, Bryce Walker.

Qui invece si tenta di farci ingollare la redenzione di Bryce in quattro e quattro, otto lanciando il messaggio che tutti possiamo diventare vittime o carnefici nell’arco di un nanosecondo. Bryce, infatti, muore per mano dei suoi stessi compagni sue vittime.

L’intento karmico c’è e per certi versi è anche nobile, tuttavia ciò che è successo a Hannah e la cattiveria di Bryce sono ancora troppo vivi negli occhi degli spettatori che aspettano giustizia da due stagioni. Più che una lezione su chi non ha peccato scagli la prima pietra, la terza stagione di tredici si trasforma in un omicidio all’italiana con il carnefice che viene subito presentato come vittima scatenando un enorme senso di ingiustizia.

Sarebbe stato meglio uno spin off su Bryce Walker

Se proprio si fosse voluta intraprendere questa strada in modo credibile, si sarebbe dovuto punire Bryce nella seconda stagione e, nell’ipotesi di uno spin-off a lui dedicando, soffermarsi (stavolta si), anche per due o tre stagioni su quanto sia lungo, controverso, profondo e duro il cammino di riabilitazione di uno stupratore seriale.

Ecco, così sono certa che tutti ci saremmo appassionati, avremmo imparato qualcosa e apprezzato anche il lato umano di un personaggio come Bryce Walker. Perché, diciamoci la verità, quando nel trailer abbiamo scoperto che era stato ucciso, abbiamo pensato “e meno male!”, nessuna pena, nessun dolore. Dunque anche seguire puntata dopo puntata le indagini per capire chi fosse il colpevole, non ci ha minimamente agganciati a livello emotivo come invece era accaduto con Hannah Baker, per la quale tutti provavamo sincero affetto. Personalmente penso che la terza stagione poteva risolversi in due secondi: Bryce è stato ucciso, lo ha ucciso Tizio. Fine. Tutte le dinamiche che gli si sono create intorno non ci interessano, l’importante da spettatori è che giustizia sia stata finalmente fatta.

Invece si è cercato di concentrare troppo, troppo velocemente. Risultato? Tutto trattato in modo sbrigativo seppur condito da un piattume generale dato dalla centralità riconosciuta al personaggio di Ani.

Ani, chi?

Ani, il nuovo personaggio che nulla sa dei suoi compagni e che per questo si sente in dovere di spiare tutto ciò che fanno. Così la terza stagione si sviluppa in tredici puntate in cui Ani, senza arte né parte, trascina qui e là il solito Clay innamorato, al fine di carpire ogni informazione possibile utile a scoprire chi ha ucciso Bryce.

A questo punto capite come Ani, la ficcanaso + Bryce, la vittima= flop.

Una piccola ripresa a fine stagione

La narrazione si riprende un po’ dalla puntata 3×09, quando si racconta correttamente il disagio che crea essere dipendenti da sostanze stupefacenti come lo è Justin e quanto sia ancora più dura, vivere con una persona dipendete da sostante. Si mostra come Clay in ogni momento si domandi se Justin gli stia mentendo spudoratamente o no, vivendo tra la necessità di tenere gli occhi sempre aperti e il senso di colpa costante di dubitare di un fratello.

L’idillio narrativo però finisce nell’ultima puntata, quando con il famoso intento di dimostrare che tutti siamo vittime e carnefici, si scade in una sorta di trash poliziesco in cui tutti mandano a farsi benedire la propria moralità coprendo un assassino e, peggio che mai, scaricando tutte le colpe su un altro ragazzo che santo non è, ma che è decisamente anche lui vittima finendo poi con il perdere la vita. Gli ultimi secondi della 3×13, in particolare il dialogo tra Ani e Winston, ci lasciano proprio con la sensazione che non ci sia mai limite al peggio e che se proprio dobbiamo essere tutti vittime e carnefici, Winston ha decisamente ragione.

La quarta stagione? Si farà, che Dio ce ne scampi. E noi la guarderemo? Ovvio, siamo qua apposta.

A presto,

Giancarla.

2 risposte a “Tredici – stagione 3”

  1. No. Io già sono pentito di aver guardato la seconda stagione, figuriamoci se vedevo la terza e meno che mai la quarta 😀 . Netflix offre certe produzioni così scadenti da disdire l’abbonamento subito. Soprattutto perché mentre fuori dall’Italia porta le nuove stagioni di Suits, e pure quasi in contemporanea, qua siamo paralizzati sulla settima, ovvero due indietro. House of Cards mai pervenuta, ecc… ecc… Decisamente non ci siamo proprio. 🙂

    "Mi piace"

    • Tecnicamente siamo sulla stessa linea di pensiero, l’unico problema è che io ho il tarlo mentale che quando inizio una cosa, devo finirla! xD Ero partita anche io che non avrei visto la terza stagione, poi non ce l’ho fatta e ho voluto constatare con i miei occhi il livello di scempiaggine raggiunto, sono certa che così finirà anche con la quarta 😀 certo, rimane il fatto che manderò avanti intere sequenze noiose e inutili come ho fatto con la terza, a tutto c’è un limite!

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