Trinkets – stagione 1

Trama: Elodie si è appena trasferita in una nuova città dopo un grave trauma. Non conosce nessuno, e le difficoltà che sta vivendo la conducono alla cleptomania. Costretta a seguire un gruppo di sostegno noto come TA-Taccheggiatori Anonimi, presto si avvicinerà a Tabitha e Moe.

Anno: 2019   Paese: Usa
Titolo originale: Trinkets   Durata: 20-30 min   Episodi: 10
Genere: dramma adolescenziale   Voto: 3,5/5

Ho iniziato Trinkets un po’ per gioco, per ammazzare il tempo. Avevo voglia di una serie Tv mordi e fuggi, di poche puntate, di pochi minuti, non troppo impegnativa. E ho trovato Trinkets.

Basato sull’omonimo libro di Kirsten Smith, creatrice della stessa serie, Trinkets è un teendrama a tutti gli effetti: la protagonista e le sue due amiche americanissime sono immerse nelle loro vite da High School. Il tratto che le unisce è che tutte sono affette da cleptomania, conoscendosi ed incontrandosi in un gruppo di recupero.

Ora, sarà che io ho quasi il doppio degli anni delle protagoniste e un po’ rimpiango la mia adolescenza, sarà che ormai i ragazzi sono più svegli e la società è in costante evoluzione trattando temi che 10 anni fa erano tabù, sarà che Netflix è friendly con qualsiasi argomento scottante… ma a me Trinkets è proprio piaciuto. Più di quanto mi aspettassi.

Nonostante le protagoniste siano delle 16enni e facciano cose da 16enni, ho trovato interessante la loro realtà e le diverse dimensioni in cui questa si sviluppa.

Per loro è normale che la loro amica sia androgina e attratta dalle ragazze, è normale ipotizzare viaggi studio dall’altra parte del mondo o sapere che l’amica più ricca sia figlia di una coppia mista; ma è normale anche fronteggiare l’uso sconsiderato di internet, la violenza di coppia e la solitudine causata dal lutto. Per loro è normale dover affrontare, a 16 anni, una dipendenza.

Insomma, poche puntate di pochi minuti, dal sapore sicuramente adolescenziale, ma sicuramente non politicamente corretto o infantile. Perciò, considerato anche il periodo invernale in cui è ambientata la serie, se volete qualche oretta di frescura in questo deserto sahariano che è l’estate italiana, mista alle bravate e alle grasse risate tipiche dei teenagers, non avete altro che premere Play.

A presto,

Giancarla.

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