Trama: In un Medioevo fantastico, Nimue è una ragazza Fey, una razza di creature magiche perseguitate dalla Chiesa che, convinta siano animate dal Maligno, le insegue in una sorta di Caccia alle Streghe. Ma Nimue non è solo una Fey, è anche figlia della sacerdotessa guaritrice del suo clan e nasconde in sé una potente rarità.
Anno: 2020 Paese: USA
Titolo originale: Cursed Episodi: 10
Durata: 55-59 min Genere: fantasy, mitologico
Voto: 2,7/5
Un ritorno agli anni ’90
In memoria delle serie tv di successo degli anni ’90 all’insegna della mitologia, come l’italiana Fantaghirò o gli americani Xena ed Hercules, Cursed ci regala un ritorno al passato rievocando il Medioevo fantastico della vita di Artù. O meglio, della giovane Nimue, la futura Dama del lago.
In un trionfo di fantasia e mitologia, scopriamo vecchi e nuovi personaggi in una sorta di reboot arturiano che, a dire degli esperti, è più un minestrone che un vero reboot degno di essere considerato tale.
Se amate Re Artù, potreste rimanere delusi
Il risultato finale è che, se siete veri fan del mito di Re Artù, con Cursed potreste rimanere delusi, se invece siete neofiti o semplicemente aperti all’ipotesi di nuove linee narrative, potreste trovare la nuova serie tv con Hannah Baker alias Katherine Langford alias Nimue, molto interessante.
Graficamente parlando, Cursed strizza l’occhio a Le terrificanti avventure di Sabrina, facendo sì che anche questo dettaglio, alla sua visione, non faccia gridare alla novità. Tuttavia, la vita di Nimue, a livello tecnico in linea con gli standard americani, risulta più che convincente.
Soffermandoci invece più nel dettaglio sulla trama, superato il trauma reboot-minestrone, siamo di fronte ad un racconto avvincente, sebbene non per tutti e dieci gli episodi.
È verso il 5°-6° episodio che, dopo le prime stimolanti puntate, si inizia ad avvertire un po’ di noia facendoci domandare se davvero fosse necessario fare 10 puntate tutte da quasi un’ora l’una. Sei puntate in cui gli episodi 4-5-6 si fossero condensati in un unico, sarebbero state più sufficienti.
Nonostante questo non demordete, dal 7° episodio la trama si slancia e inizia l’adrenalina da battaglia finale tipica di questo genere di produzioni.
Una serie tv non campione di originalità dunque, con un cast promettente (tra i tanti ritroviamo anche Floki alias Gustav Skarsgård alias Merlino) che, se ben sfruttato, potrebbe produrre future nuove stagioni più avvincenti ma che, per ora, incuriosisce grazie alle passate importanti interpretazioni, ma che da solo non basta ancora a soddisfare al 100% il pubblico dal palato più raffinato.
A presto,
Giancarla.